Costruire un nuovo ponte | 29 Gennaio 2023 |

Associazione Culturale "I Tralci"

29-01-2023 • 0 secondi

La chiesa non è qualcosa di statico, ma è  qualcosa di dinamico, che cambia a seconda di come cambia la società, con il fine di continuare a fornire alla gente un ponte tramite cui raggiungere Dio. Ma il cambiamento sarà efficace in funzione di quanto noi saremo disposti a cambiare noi stessi per costruire quel nuovo ponte.
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Predicatore: Marco Delle Monache
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Questa mattina voglio iniziare il messaggio parlandovi di un ponte: questo.

Quale è la vostra reazione guardando questo ponte? Di sicuro vi starete chiedendo:“Chi è quell'idiota che ha costruito un ponte sulla sabbia e non sul fiume?”

Avete qualche idea perché abbiano costruito quel ponte che porta da un pezzo di deserto ad un altro pezzo di deserto identico al primo?

Il Ponte di Choluteca si trova in Honduras,e non è l'opera di un folle;era  stato costruito per collegare le due sponde del fiume Choluteca e facilitare il trasporto delle persone e delle merci.

Nel 1998 l'uragano Mich devastò gran parte delle infrastrutture dell'Honduras...ma non il ponte Choluteca, che rimase quasi intatto.Il problema reale è che l'uragano aveva risparmiato si il ponte...ma aveva deviato il corso del fiume!

Gli ingegneri civili honduregni si trovarono davanti ad un problema:come collegare di nuovo i due lati del fiume. Avevano tre possibilità:

1. deviare nuovamente il fiume per farlo passare di nuovo sotto il ponte;

2. allungare il ponte fino a farlo arrivare dall'altra parte del fiume;

3. o più semplicemente lasciare il ponte dove stava e costruirne un altro da un'altra parte.

Indovinate quale scelsero? Ovviamente, la terza.

Era la scelta più semplice? No, perché bisognava fare un nuovo progetto per un nuovo ponte, trovare il posto giusto, i giusti materiali, eccetera.E non era nemmeno la scelta più economica, perché bisognava cominciare a ricostruire da zero.

Semplicemente, era la scelta più logica, quella che veniva incontro alle necessità delle persone:tornare a raggiungere l'altra sponda, essere connessi con il mondo al di là del fiume.

Tu mi dirai: “Che c'entra, Marco, questa lezione di ingegneria civile con la nostra chiesa?”

C'entra a pennello, perché è l'esatta situazione in cui ci troviamo noi, adesso.

Abbiamo detto tante volte che noi volevamo come chiesa essere un “ponte” attraverso cui le persone potessero raggiungere Cristo.

Allo stesso modo abbiamo detto che la nostra chiesa non è un “lago”, un posto dove i credenti arrivano e rimangono, rendendolo sempre più pieno, ma piuttosto un approdo su un fiume, dove le persone attraccano per un po',vengono dissetate e nutrite, prima di riprendere la navigazione.

Questo era il progetto originario, quello che nel 2000, ventitre anni fa, avevamo studiato Michele, Bernardino ed io ancor prima che la chiesa fosse fondata.

E all'epoca avevamo progettato diversi ponti per raggiungere le persone, diversi porti dove potessero attraccare. Solo che, ventitre anni dopo, il fiume si è spostato, e quei ponti e quei porti non sono più efficaci, perché il fiume non passa sotto o a lato.

Allo stesso modo degli ingegneri honduregni abbiamo tre possibilità per continuare ad adempiere il Grande Mandato.

La prima è cercare di riportare il fiume sotto, ovvero trascinare a forza le persone agli studi o in chiesa, anche se il mondo è cambiato.

Ventitre anni fa il mondo era differente. Qualche esempio? Non esistevano i “social”, le persone utilizzavano gli sms e non esistevano gli smartphone. Potei farvene molti altri, ma fermiamoci a questo, che è forse uno dei più evidenti.

La seconda strategia possibile, come per gli ingegneri, è quella di “allungare” il ponte, ovvero sforzarsi ancora di più a fare le cose che facciamo adesso come le facciamo adesso rincorrendo l'altro lato del fiume (le persone) nella speranza non si muova troppo velocemente altrimenti è finita.

Questo è il modello di cambiamento che molte chiese adottano: si intensificano gli incontri, più studi, più riunioni di chiesa, più evangelizzazioni in piazza.

Allo stesso modo dei saggi ingegneri, c'è da valutate se lo sforzo fisico, e quello economico, saranno ripagati da un risultato; le statistiche dicono di no.

Allora, non rimane che la terza possibilità: dimenticarsi del vecchio ponte, e costruirne uno nuovo.

Che significa questo? Significa, come chiesa, non avere paura del cambiamento. Per raggiungere le persone in modo efficace, è necessario essere disposti ad adattarsi e cambiare, mantenendo sempre l'essenza della fede cristiana, ma trovando nuovi e innovativi modi per comunicare e condividere il messaggio con il mondo.

E' quello che sta accadendo nella chiesa.Ve ne siete accorti già da qualche settimana. Il culto sta cambiando, le attività cambieranno anche quelle. Anche questo messaggio è “differente”dai miei soliti:vedrete che ci sono pochissimi versetti, così che possiate ricordarli meglio, meditarli, e lasciare che il Signore vi parli attraverso di essi.

Il primo versetto su cui voglio meditiate,è uno di quelli famosi,ma voglio pensiate a come si applichi a tutto quello che abbiamo detto fino ad adesso circa il cambiamento:

“La mèsse è grande, ma gli operai sono pochi; pregate dunque il Signore della mèsse perché spinga degli operai nella sua mèsse.” (Luca 10:4)

Quando pensiamo alla parola “messe”dobbiamo pensarla nel suo significato di origine, θερισμός - therismos; in greco, ma anche in italiano, non è "grano che sta sta nel campo", "raccolto" e basta, ma "grano pronto ad essere raccolto", già maturo,  che non aspetta che di essere mietuto. Gesù ci chiama ad essere operai, perché, dice, non c'è che da raccogliere.

Allora – potresti chiedermi – cosa c'è di sbagliato in noi che non cresciamo?” . Attenzione a valutare il raccolto con gli occhi.L'ha detto due domeniche fa Lucia:“Invece di guardare le sedie piene e quindi la montagna che Gesù ha spostato per farci venire fino a qui la domenica mattina, guardiamo quelle vuote”.

Questa è la visualizzazione come “cloud” dei nomi delle persone che hanno frequentato la chiesa dalla sua fondazione nel 2004 ovvero negli ultimi 18 anni per almeno 4 mesi:sono 126. Se avessi compreso anche quelle prima della fondazione quando eravamo solo una “cellula di Monterosi”, ovvero dal 2000, saremmo a poco meno di 200.

Se avessi compreso anche quelli che hanno frequentato per almeno un mese saremmo intorno ai 240.

Questo è il grafico dell'andamento dall'inizio della nostra chiesa:vi salta all'occhio qualcosa? Siamo (più o meno) la stessa quantità di persone con cui abbiamo iniziato la chiesa: 15!

E in vent'anni siamo stati capaci di nutrire, dissetare, accogliere 240 persone! Senza contare tutti quelli che hanno letto, ascoltato o visto i messaggi domenicali sul web!

Siamo stati un ponte per 240 e passa persone...in 15! La messe è pronta, ma il fiume si è spostato.

C'e stata una persona, tal Jodocus van Lodenstein, in Olanda, a metà del 1600 che disse questa frase: “Ecclesia semper reformanda est”, ovvero “La chiesa si deve rinnovare continuamente”. Su questa frase si basò Marin Lutero per la sua Riforma. Noi ci troviamo nella perfetta condizione di cambiare, di costruire nuovi ponti, nuovi approdi...se...

Se accettiamo di cambiare noi stessi: l'efficacia dei ponti che costruiremo sarà in base a quanto saremo capaci di cambiare ciascuno di noi singolarmente. Perché è vero che la chiesa “semper reformanda est”, ma il credente lo è anche di più: Paolo dice:

“Non conformatevi a questo mondo, ma siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente, affinché conosciate per esperienza quale sia la volontà di Dio, la buona, gradita e perfetta volontà.” (Romani 12:2)

I ponti che la nostra chiesa costruirà saranno efficaci a seconda di quanto noi saremo in grado di cambiare noi stessi.

Avete tra le mani un foglio di carta, vi prego di scrivere in cima ad esso:“Io voglio che la mia mia chiesa sia più...” e sotto l'elenco delle cose che vorrete vedere cambiate, dei ponti che volete vedere costruiti,dei porti che volete che la vostra chiesa offra alla “messe”.

Vi farò due esempi completamente "a caso", che non riguardano né voi né questa chiesa, ma che sono possibili "più" che vorreste avere nella vostra comunità.

Per esempio: “Io voglio che la mia chiesa sia più ospitale”:ricordati che tu sei “la chiesa”, sei un pezzo della chiesa,  na parte del corpo di Cristo. Per cui, se questo è il tuo desiderio, poniti la domanda: “Come posso  essere io più ospitale?”

Oppure: “Io voglio che la chiesa aiuti di più le persone bisognose”come parte della chiesa,l a tua domanda sarà:“Come posso io aiutare i bisognosi?”

Lo sai perché ti incoraggio a fare questo? Perché è Gesù che te lo chiede... io faccio solamente eco a lui:

“Tutte le cose dunque che voi volete che gli uomini vi facciano, fatele anche voi a loro; perché questa è la legge e i profeti.” (Matteo 7:12)

Mi piace molto la parafrasi che fa di questo versetto la Bibbia “The Message”:

"Ecco una semplice regola di comportamento: Chiedetevi cosa volete che gli altri facciano per voi, poi prendete l'iniziativa e fatelo per loro". Sommando la Legge e i Profeti di Dio si ottiene questo risultato.” (Trad.- Matteo 7:12)

Conclusione

Paolo ha detto:

“...cerco di adattarmi ad ogni tipo di persona, purché possa parlargli di Cristo, e Cristo lo salvi.  Tutto questo lo faccio per amore del Vangelo e per ricevere anchʼio con gli altri le sue benedizioni.” (1 Corinzi 9:22-23 PV)

La Chiesa deve essere pronta a cambiare le sue strategie; ma per cambiare le strategie, per costruire nuovi ponti, per fornire nuovi approdi non servono gli “specialisti”.

Persino un nuovo pastore sarebbe inutile, se non avesse dinanzi persone disposte a essere loro stesse il cambiamento. Gesù non ha detto che il problema fosse la mancanza di predicatori, o di pastori, o di missionari, ma di OPERAI!

Come operaio nella chiesa, ciascuno deve essere pronto, ciascuna deve essere pronta a  farsi carico di essere il mattone di un nuovo ponte, ognuno per parte sua, ognuno a prendere un po' di peso per formare i piloni che sostengono la via di Cristo offerta al mondo.

Sei pronto, sei pronta ad essere un pezzo del pilone su cui Gesù costruirà nuovi ponti?

Ma, soprattutto, sei pronto, sei pronta, a cambiare te stesso, te stessa per esserlo?

Preghiamo.

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