Gesù ci ha dato l'esempio perfetto di come essere leoni per lui, senza innalzarci e senza essere aggressivi, ma restando fermi nella nostra fede per essere una testimonianza per gli altri ed un aiuto per coloro che lo cercano.
Qualche settimana fa abbiamo parlato del nostro Gesù che è il leone e agnello nello stesso tempo. Abbiamo detto che è forte, ruggente come un leone; è un re che non verrà mai più smosso. Ma allo stesso tempo è agnello; si è immolato per noi, è morto per noi, si è fatto maltrattare senza proferire parola.
E c'eravamo lasciati con un punto di domanda: “Come possiamo noi essere leoni e agnelli come Gesù?” Ne parleremo oggi e la prossima volta che predicherò.
E partirei da questo versetto:
"Siate dunque imitatori di Dio, come figli amati" (Efesini 5:1)
Mi è piaciuta molto e la volevo condividere con voi la traduzione di The Message, perché la vedo molto pratica; è più facile da capire
"Guarda cosa fa Dio e poi fallo, come i bambini che imparano il comportamento corretto dai propri genitori." (trad. Bibbia "The Message")
Perciò la prima cosa da fare se vogliamo essere imitatori di Gesù , è vedere Gesù cosa fa. Quindi oggi vedremo tre comportamenti di Gesù che possono aiutarci a diventare dei leoni, dei leoni spirituali, dei leoni nella vita.
Questo che leggeremo tra poco è il primo aneddoto che c'è nellaBibbia di quello che ha detto e fatto Gesù in tutta la sua opera grandiosa qui sulla Terra con noi, e Dio ha voluto che sapessimo questo.
Stiamo parlando di un Gesù che ha dodici anni; c'è qualcuno che ha dodici anni qui dentro? Non imbrogliate eh, vi faccio tirar fuori le carte d'identità! Ce l'abbiamo un dodicenne? Si, mio figlio Giovanni è un dodicenne e non servono documenti perché c'ero, me lo ricordo... sì ha dodici anni.
Si avvicinava il periodo di festeggiamenti di Pasqua; Gesù, Maria e Giuseppe partono a piedi da Nazareth per andare a Gerusalemme. Erano in tantissimi; era una lunga carovana di persone perché piano piano che passavano nei paesi altri si accodava a questa carovana e insieme si andava a piedi a festeggiare questa Pasqua a Gerusalemme, che vi ricordo, lo sapete già, a quei tempi la Pasqua era il ricordo e il festeggiamento dell'Esodo, di Dio che aveva liberato il popolo d'Israele dall'Egitto.
Cosa succede? Vanno a Gerusalemme, festeggiano la Pasqua, si rimettono in cammino, prendono “armi, bagagli e bagattelle” e partono; dopo un giorno di cammino Maria (tipo come nel film “Mamma ho perso l'aereo”) realizza che era un po' che non vedeva Gesù. Inizia a chiedere a quelli che erano con loro, parenti e amici, se l 'avessero visto... ma non c'era!
Cosa fanno, dopo un giorno di cammino a piedi? Tornano a Gerusalemme, lo cercano, e dopo tre giorni lo trovano: era nel Tempio! Mi veniva da ridere, perché pensavo alla versione italiana di Maria: “No Gesù! Ma dove eri? Mi ha fatto venire i capelli bianchi! Mannaggia a me, ma perché non sono stata ferma! No tu mi farai cascare tutti i capelli! Io sono disperata, non ce la faccio a stati dietro!”
Invece credo che Maria non abbia reagito così; io credo che Maria, quando ha visto Gesù nel Tempio, abbia guardato questo ragazzo, il suo amato figlio, e abbia pensato: “Ci siamo, sta per essere svelato al mondo chi veramente è lui.” E quindi gli ha semplicemente cosa fosse successo; e Gesù con la sua pace inimitabile, con la pace che solo lui può avere risponde a dodici anni così:
"Ed egli disse loro: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io dovevo trovarmi nella casa del Padre mio?»" (Luca 2:49)
Perché il Signore voleva che sapessimo questo? Ha fatto talmente tante cose grandi Gesù, guarigioni per tutti i peccati... Ma la prima cosa in assoluto che ha fatto è stata una dichiarazione di fede: dobbiamo partire da lì. Quello è il punto di partenza; era nel tempio con dei maestri con degli esperti della Parola, eppure loro si meravigliavano di lui, della saggezza che aveva, delle cose e delle risposte che dava. Era veramente un leone, un leone ruggente.
Quindi, cosa possiamo fare noi per imitare in queste cose Gesù?
"...glorificate il Cristo come Signore nei vostri cuori. Siate sempre pronti a rendere conto della speranza che è in voi a tutti quelli che vi chiedono spiegazioni..." (1Pietro 3:15)
"Infatti non mi vergogno del vangelo; perché esso è potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede, del Giudeo prima e poi del Greco." (Romani 1:16)
Perciò partiamo da questo per essere dei veri leoni ruggenti nella fede e nella vita di tutti i giorni: dobbiamo dichiarare in chi crediamo. Certo con mansuetudine e non con prepotenza e con insistenza, ma con mansuetudine dobbiamo cercare sempre il modo di poter dire: “Io credo in Gesù.”
Per esempio, quando ci chiedono: “Ma perché sei gioiosa e fiduciosa? Non hai lavoro, hai mille malattie, mille problemi a casa... ma che hai per essere gioiosa speranzosa?". Si, ho Gesù. La mia speranza viene dal Signore, da qualcosa che non è qui in questo momento e che tu puoi toccare. Ma una cosa che io ho nel cuore e che arriverà. Una speranza certa, la speranza della certezza che Gesù tornerà; e non mi serve nient'altro.
Esistono due tipi di paure o di vergogna nel proclamare la propria fede.
C'è la paura fisica, che hanno sicuramente i nostri fratelli credenti che vivono nelle zone dove i cristiani sono ancora perseguitati. Una paura reale, tangibile: torture e morte.
E poi c'è la nostra la nostra; è meno evidente, ma non è da sottovalutare. La nostra è una paura sociale. Nel mondo in cui viviamo, dove tutto è velocissimo, dove quello che voglio lo voglio ora, e tutto è perfetto tutto è a mia disposizione, e devo essere io al centro dell'universo, dichiarare di essere credenti in Gesù spesso ci rende agli occhi delle persone fanatici, illusi, sciocchi.
A me è capitato anche che mi dicessero: “Ma sei intelligente, ancora stai a pensare a Gesù?”. E il credere in Gesù ti sminuisce.
Quindi non è poca questa paura; la paura di essere umiliati. Io penso ai miei figli, che sono quasi adolescenti: ma quanto bisogna essere coraggiosi per essere in un gruppo di adolescenti che pensano alle ragazze, che già vedono immagini non propriamente pulite, che già pensano ai primi vizi da poter prendere, dire: “Ma io credo in Gesù!”. Per me è un atto di veramente di coraggio.
Oppure un lavoratore che sta con i colleghi; si prendono una birretta a fine turno, fanno quattro chiacchiere dove si parla di qualsiasi cosa: “Io sono credente!”. Ci vuole coraggio. Ci siamo trovati tutti in questa situazione; non è facile e questo che significa veramente essere leoni, proclamare la propria fede.
E vi dico una cosa , e questa ve la garantisco: se dite in un gruppo di persone che siete credenti, sicuramente l' per lì si fanno coraggio l'uno con l'altro e vi prendono in giro, ma vi assicuro che almeno uno di loro vi verrà a chiedere qualche cosa, un approfondimento, una spiegazione. Verrà in privato vi manderà un messaggio... Perché il seme di Dio da qualche parte arriva sempre. E chi lo sa che una semplice dichiarazione di fede vi possa portare ad essere vi quello che abbiamo detto qualche predicazione fa, un ponte tra quella persona e Gesù.
Cosa altro ha fatto Gesù che noi possiamo imitare? Ecco la seconda cosa
"Allora Gesù gli disse: «Vattene, Satana, poiché sta scritto: “Adora il Signore Dio tuo e a lui solo rendi il culto”». Allora il diavolo lo lasciò, ed ecco degli angeli si avvicinarono a lui e lo servivano." (Matteo 4:10-11)
Che cos'altro ha fatto Gesù? Ha resistito alle tentazioni, e l'ha fatto da uomo, lo abbiamo detto più volte.
Parliamo spesso di questo argomento, però oggi con voi mi andava di parlare non delle cose più eclatanti, le tentazioni della droga, dell'alcol, la violenza, la prostituzione, la pornografia, perché queste infatti servono talvolta a crearci un alibi: “Io non bevo, non mi drogo, non vado a prostitute, non vedo porno, per cui sono fuori da questo discorso!”.
Io parlo di quelle tentazioni radicate proprio dentro all'uomo, quelle che sono nate con noi. Ma quanto è dolce parlar male di qualcuno che vi ha fatto un torto? Ma quanto è bello sfogare la rabbia con le parolacce e tirare un oggetto quando siete nervosi? Ma quanto è piacevole di una bella parolaccia quando vi cade qualcosa dalle mani o state preparando qualcosa che non vi riesce? E che soddisfazione è quando va male qualcosa a qualcuno che vi ha fatto un torto?
Io credo che questo sia capitato almeno una volta a tutti noi... Almeno una volta al giorno, ragazzi! Questo è proprio come siamo fatti; noi siamo impastati proprio così. Oppure, quando voglio fare quell'imbroglietto e recupero qualche soldino... tanto lo posso fare!
Vi capita mai di uscire di casa con tutti i buoni intenti? Io ad esempio sto in un posto di lavoro dove l'asticella delle mie arrabbiature la devo sempre alzare di più; perché la vita è come una palestra, noi qui siamo per allenare i nostri muscoli spirituali a migliorarci sempre di più e a cercare di fare meno degli errori perché poi, quando impareremo a fare meno quelli, ci saranno altri errori da correggere.
Quando io vado al lavoro, prego per tutto il tragitto; e anche quando sto mettendo il primo piede dentro e si aprono le porte, dico: “Signore per favore aiutami a resistere.”. Ma non tanto a resistere perché quello a cui tu resisti prima o poi ti cade addosso; immaginatevi di tenere la porta di un armadio pienissimo di vestiti: tenete la porta perché altrimenti vi vengono tutti addosso. Quanto si può resistere? Cinque, dieci minuti? Non potrete restare tutta la vita a reggere la porta... e prima o poi vi cadranno addosso.
Quindi quando si parla di tentazioni usiamo sempre la parola resistere, perché è la più facile; ma dobbiamo proprio cercare e chiedere a Dio di farcele scivolare da addosso, così che non siano più attraenti per noi.
Quindi io entro e dico: “Signore per favore, aiutami!” E puntualmente Satana, che è intelligentissimo almeno in questo, trama e ordisce un sistema, prepara proprio la situazione ideale perché tu possa sbagliare. Io arrivo, e puntualmente succede qualcosa che mi manderebbe in escandescenza. A volte riesco a controllarmi e a volte no e non me ne faccio più una colpa; quando non ci riesco faccio un sospiro e dico: “Ok, la prossima volta ce la farò!” E' questo quello che la Bibbia ci insegna:
"Nessuna tentazione vi ha colti, che non sia stata umana; però Dio è fedele e non permetterà che siate tentati oltre le vostre forze; ma con la tentazione vi darà anche la via di uscirne, affinché la possiate sopportare." (1 Corinzi 10:13)
"Sottomettetevi dunque a Dio; ma resistete al diavolo, ed egli fuggirà da voi.” (Giacomo 4:7)
Questa è una promessa da Gesù; il diavolo fugge quando capisce che quello scenario non vi sconvolge più, se ne va.... Magari va a preparare qualche altra cosa, lo sapete già! Però quella battaglia, almeno quella è vinta.
Abbiamo detto prima di proclamare la propria fede senza pensare al giudizio degli altri; bisogna essere leoni, ma è comunque più facile di lottare contro se stessi. E allora dobbiamo cercare di farci scivolare addosso le tentazioni, resisterle per parlare più facilmente. Bisogna essere dei veri e propri leoni, con delle belle zampe piantate per terra che neanche la tempesta ti può smuovere.
Però sappiamo che non siamo soli in questo; la Bibbia e il Signore ci dice che siamo aiutati dallo Spirito Santo che ci consiglia.
Lo Spirito santo è l'altra vocina. C'è una vocina che ti dice rispondere sgarbatamente e aggressivamente, e poi c'è quell'altra vocina che dice: “Non si fa, si arrabbiati ma non peccare.”
Lo Spirito Santo che ci aiuta in quelle che spesso Marco (ex pastore della nostra chiesa NDR) chiama “preghiere a microonde”, preghiere immediate; sto per cadere sempre in quello sbaglio, e prego: ”Signore, aiutami, non mi far sbagliare stavolta!”. La preghiera, e i versetti che vi vengono in mente! Leggere la Bibbia perché, in ogni secondo lo Spirito Santo tira fuori dalla memoria qualche versetto che ci può incoraggiare in quel momento.
Come dicevo prima, spesso si parla delle grandi tentazioni (alcol, droga, ecc.) ma per quelle è più facile distinguerle, perché sono evidenti perché sono innegabili; ma queste piccole, queste cosine sono proprio quelle che inquinano il mondo. Questo mondo va così grandemente male perché ci sono questi piccoli condotti di cattiveria, di veleno che inquinano quello che ci sta intorno. Ovviamente il Signore sa che siamo umani, che cadiamo, ed è sempre lì pronto a perdonarci, l'importante è rendersene cono e cercare di tenere duro.
Terza cosa che vediamo oggi di ciò che ha fatto Gesù e che dovremmo imitare:
“Mentre Gesù era a tavola in casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e si misero a tavola con Gesù e con i suoi discepoli. I farisei, veduto ciò, dicevano ai suoi discepoli: «Perché il vostro maestro mangia con i pubblicani e con i peccatori?» Ma Gesù, avendoli uditi, disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati." (Matteo 9:10-12)
In genere questo versetto lo leggiamo per parlare sempre della grandezza di Gesù che è venuto per curare e per portare la Parola che ha bisogno di lui; invece io oggi vorrei farvelo vedere sotto un altro aspetto. Noi, che siamo peccatori, siamo tutti i giorni con i peccatori più o meno di noi; non abbiamo bisogno di cercarli, e è qui che ci chiama il Signore; in questo tempo, in questo momento.
Ma quanto bisogna essere forti per stare in mezzo ai peccatori e rimanere integri! Quanto devo essere forte per vedere che, dove lavoro, tutti arrotondano lo stipendio allungando le mani e non tu, tu vai avanti per la tua strada ? Quanto è difficile stare con un gruppo di amici che hanno le mia età che però il sabato sera si divertono ad ubriacarsi e magari a dare fastidio alle ragazze, a rompere le macchine delle persone che dormono nei palazzi, a distruggere le città? E io devo vivere in mezzo a loro, ma stando fermo nella mia fede.
Oppure sto con i colleghi che mi dicono: “Ma sì, dai! Stasera andiamo in quel night che ti importa? Chi ti dice niente?” e i tuoi piedi devono essere sempre saldi e non vacillare.
Questo significa essere leoni; cercare di affrontare le cose di tutti i giorni rimanendo ovunque saldi. E questo Paolo ce lo dice bene:
"Poiché, pur essendo libero da tutti, mi sono fatto servo di tutti, per guadagnarne il maggior numero; con i Giudei mi sono fatto giudeo, per guadagnare i Giudei; con quelli che sono sotto la legge mi sono fatto come uno che è sotto la legge (benché io stesso non sia sottoposto alla legge), per guadagnare quelli che sono sotto la legge; con quelli che sono senza legge mi sono fatto come se fossi senza legge (pur non essendo senza la legge di Dio, ma essendo sotto la legge di Cristo), per guadagnare quelli che sono senza legge. Con i deboli mi sono fatto debole, per guadagnare i deboli; mi sono fatto ogni cosa a tutti, per salvarne ad ogni modo alcuni. E faccio tutto per il vangelo, al fine di esserne partecipe insieme ad altri." (1 Corinzi 9:19-23)
Paolo, come Gesù, ha frequentato quelli che si possono considerare i peggiori della società, ma sempre rimanendo Paolo. Certo, qui stiamo parlando di Gesù e Paolo, abbiamo dei bei modelli tosti da seguire; ma è questo che ci chiamano a fare tutti i giorni.
Gesù stava sì con i pubblicani, con i peccatori, si è fatto baciare i piedi da una prostituta, l'ha perdonata per quello che aveva fatto, ha preso come discepolo un esattore delle tasse, passava per la strada, ha visto Zaccheo sull'albero, l'ha fatto scendere e è andato a casa sua per mangiare con lui e quel giorno se è subito convertito, ha cambiato il suo comportamento.
Perciò è necessario che noi stiamo in mezzo agli altri; non possiamo pensare di rimanere integri stanno sempre tra i fratelli o da soli. Noi siamo chiamati a stare in mezzo al mondo; e lì che bisogna vedere, come dicevamo prima, se riusciamo a resistere alle tentazioni.
Perché dobbiamo fare tutto questo? La Bibbia ci dice:
“Sfòrzati di presentare te stesso davanti a Dio come un uomo approvato, un operaio che non abbia di che vergognarsi, che tagli rettamente la parola della verità." (2 Timoteo 2:15)
Lo vedete come comincia il versetto? “Sforzati di presentare te stesso”; ci lascia uno spiraglio un piccolo margine di perfezione. Il Signore lo sa che non saremo mai perfetti; aggiustata una parte del nostro carattere, sicuramente ce ne sarà un'altra da sistemare. Ma lui è questo che valuterà: quanto ci siamo sforzati, quanto abbiamo preferito seguire la sua retta via piuttosto che abbandonarci alle piacevolezze del mondo. Questo significa essere leoni. Leoni come Gesù lo è stato.
La prossima volta vedremo che significhi essere agnelli, imitando Gesù e vi lascio questo riassunto: Gesù Gesù con il suo esempio ci insegna che dobbiamo proclamare la nostra fede in Dio sempre e comunque, imparare a resistere alla tentazione e restare integri nel mondo ma senza farci influenzare dalle cose del mondo.
Preghiamo.
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