Siamo nella seconda domenica di Quaresima; ci stiamo avvicinando alla Pasqua. Da quello che vi ho detto dovreste avere già un po' immaginato cosa sia questa foto.
Questo deserto della Giudea, dove Gesù è stato 40 giorni. Forse ve lo immaginavate sabbioso un deserto, questo è invece roccioso.
Siete mai stati o avete mai avuto modo di vedere un deserto? Gesù è stato qui 40 giorni dopo essere stato battezzato e prima di cominciare il ministero:
“Allora Gesù fu condotto dallo spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo. E dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame. E il tentatore, avvicinatosi ,gli disse:”Se tu sei Figlio di Dio, ordina che queste pietre diventino pani”. Ma egli rispose:”Sta scritto:Non di pane soltanto vivrà l’uomo, ma di ogni parola che proviene dalla bocca di Dio”. Allora il diavolo lo portò con sé nella città santa, lo pose sul pinnacolo del tempio, e gli disse:”Se tu sei figlio di Dio, gettati giù; poiché sta scritto: Egli darà ordine ai suoi angeli a tuo riguardo, ed essi ti porteranno sulle loro mani, perché tu non urti il piede contro una pietra”. Gesù rispose:”E’ altresì scritto:Non tentare il Signore Dio tuo”.Di nuovo il diavolo lo portò con sé sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria, dicendogli:”Tutte queste cose ti darò, se tu ti prostri e mi adori”. Allora Gesù gli disse:”Vattene, Satana poiché sta scritto:”Adora il Signore Dio tuo e a lui solo rendi culto”. Allora il diavolo lo lasciò, ed ecco degli angeli si avvicinarono a lui e lo servivano. (Matteo 4:1-11)
Gesù nel deserto viene tentato, e viene tentato sul potere; viene spinto a rinnegare Dio: “ Io ti darò tutto! Stai dalla mia parte e prenderai tutto tu!” Un po' come ne “Il re leone”: l'avete visto il film quando vanno sulla rocca Simba e il padre e dicono il giovane leone: “Tutto quello che è illuminato dal sole sarà tuo.”? Lo tenta sul mettere alla prova Dio; un po' come se noi dicessimo: “Dai Dio se ci sei tu oggi mi fai trovare lavoro. Dio se è vero che ci sei oggi io guarisco da questa cosa. Dio se è vero che tu esisti perché mi è successo questo?” E' stato tentato proprio sulle cose basilari sulle quali possiamo essere tentati tutti i giorni.
La domanda che mi sono fatta è: perché Gesù è dovuto andare nel deserto? Era una prova? Cioè, Dio lo ha voluto mettere alla prova per vedere se Gesù se davvero capace di tener testa al diavolo, e allora sì, può andare avanti con il ministero? Oppure è andato per rilassarsi, della serie “Ragazzi, mi aspettano tre anni intensissimi: devo guarire, devo moltiplicare pani, devo parlare davanti a tutti... Fatemi stare' 40 giorni isolato; mi rilasso gli angeli che mi massaggiano mi sventolano...”?
Perché Gesù è andato nel deserto? Prima vi ho chiesto se siete mai stati in un deserto e la maggior parte di voi ha detto di no; scommettete che ci siete stati?
La solitudine, le dipendenze, l'avidità, la povertà, le tentazioni, la paura, la rabbia, la ribellione, lemalattie, le insoddisfazioni, i tradimenti... non è deserto questo, non sono rocce queste? Noi viviamo tutti i giorni in un deserto; noi nel deserto ci siamo nati e ci troviamo a vivere in un deserto, perché sappiamo che la nostra gioia, la nostra felicità non viene da quello che è qui.
Quindi, avete visto, neppure vi siete accorti di aver fatto in realtà un viaggio. Questo è il deserto, del deserto in cui viviamo noi credenti; ma anche il deserto in cui vive chi non crede. Ma allora perché Gesù ha avuto il bisogno di andare nel deserto, perché l'ha fatto?
“Infatti non abbiamo un sommo sacerdote che non possa simpatizzare con noi nelle nostre debolezze, poiché egli è stato tentato come noi in ogni cosa, senza commettere peccato.”(Ebrei4:15)
“Io sono andato nel deserto per voi!”. C'è andato perché così non ci sentissimo soli quando cadiamo e perché, quando chiediamo a lui di aiutarci a rialzarci, sappiamo che stiamo chiedendo a un Dio che lo sa che vuol dire una tentazione; lui non è caduto perché Dio, ma lo sa quanto forti siano e quanto attraenti siano le debolezze, le tentazioni. Lo sa quando gli chiediamo una mano per aiutarci a stare su.
Prima abbiamo cantato “Alzerò le mani finché la forza avrò”; quando questa forza non l'abbiamo e abbiamo bisogno, lui sa come aiutarci. Magari ci manda un fratello, di sicuro ci riempie del suo Santo Spirito, magari ci manda una parola di conforto o un aiuto proprio materiale: “Devo traslocare, mi aiutate materialmente a spostare le cose?”
Il Signore ci risponde; lo sa proprio perché ci ha capito proprio perché l'ha vissuto. Il brano di Ebrei dice che e lui “simpatizza”, cioè lui conosce le nostre debolezze perché è stato tentato come noi. Gesù quando è andato nel deserto era carne, era uomo anche se rimaneva sempre Dio. Sicuramente avrà avuto fame, caldo, stanchezza, magari si sarà anche sentito solo; lo sa che significano tutte quelle cose là. Gesù lo sa cosa siano tutte queste cose che vedete scritte in questi “fumetti”.
Ma su una cosa mi voglio soffermare. Vi avevo detto già prima che noi siamo credenti, perciò se abbiamo un problema, sappiamo a chi rivolgerci; preghiamo, ci rivolgiamo a Gesù. Ma in questo deserto ci vivono anche tutte le persone che non credono; i nostri familiari, i nostri amici, le persone che incontriamo magari per caso; vivono tutto questo e non sanno a chi chiedere aiuto. Perciò il loro deserto diventa più una sabbia mobile in cui profondano.
E allora, se noi abbiamo Gesù che ci aiuta, i non credenti chi hanno? Sapete chi hanno? Hanno qualcuno che è proprio un passo da voi, qualcuno che vedete sempre davanti a voi, è la persona giusta, e lei è quella che può aiutare gli altri.. E' davanti a voi! Chi è? Adesso vi dico le persone che Dio manda per aiutare i non credenti di questo deserto è la persona che avete davantiquando vi vedete riflessi in uno specchio. Gesù manda noi per i non credenti.; siamo la persona più adatta nonostante siamo noi stessi deboli. Nonostante noi abbiamo bisogno, siamo anche forti, equipaggiati per poter sostenere gli altri; e guardate un po' la Bibbia infatti che cosa ci dice:
“Tratterete lo straniero, che abita fra di voi, come chi è nato fra di voi; tu lo amerai come te stesso; poiché anche voi foste stranieri nel paese d’Egitto.” (Levitico 19:34)
Non ci scordiamo ragazzi da dove siamo partiti e dove ogni tanto ritorniamo pure; un po' siamo nello stesso identico punto dove stanno i nostri parenti, i nostri amici, le persone che ci ruotano intorno tutti i giorni e non hanno Gesù a cui chiedere; noi eravamo lì, non ce ne scordiamo.
Tendiamo la mano, regaliamo un sorriso, cerchiamo di essere di conforto; a volte basta semplicemente aprire un po' gli occhi e vedrete che le occasioni non mancheranno. Diamo soprattutto la speranza, quando parliamo, che ci sia ancora qualcuno che è disposto ad ascoltare, ad amare; perché è questo che a volte fa più paura a chi non crede: che non ci sia nessuno che possa amarlo.
Lo sapete, io lavoro in un bar e vedo tante persone e come carattere sono tanto estroversa. Quando entra qualcuno dalla porta già capisco se è una persona spiritosa; allora magari butto là una battuta sciocca e ci facciamo una risata o se è una persona seriosa, impostata e vedo che va di fretta magari neanche dico niente e mi limito a un buongiorno.
E poi le persone che mi colpiscono sono quelle che mi sembrano tristi, perse, con gli occhi smarriti. Quelle sono le persone che più mi toccano il cuore e con loro piano piano cerco sempre di rompere il ghiaccio, di fargli dire almeno una parola di modo che per un secondo possano pensare a quello che hanno.
C'è stato un signore in particolare che entrava col suo cappotto lungo, serissimo, una faccia che proprio non mi piaceva all'inizio. Entrava, io gli dicevo buongiorno; lui le prime volte penso che neanche mi salutasse. Poi ha iniziato a salutarmi, si è sciolto un po', e allora ci salutavamo normalmente. Un giorno, nonostante io lo vedessi così serio, gli ho lanciato una battuta; volevo scherzare con lui... e lui ci è stato. Ora questo signore entra e con me, parla, scherza; sono due volte che mi vede fuori, una volta ero al telefono e si è fermato ha tirato giù il finestrino e mi ha salutato, mi ha detto:” Ehi che sta a fare qui fuori? Non fai niente?” Un'altra volta m'ha trovato sempre fuori che pulivo e c'era un signore anziano con lui che già veniva al bar, e ho capito che era il padre; si è fermato, mi ha salutato ed è andato via.
Qualche tempo dopo il padre è venuto al bar e sentite che mi ha detto: è passato davanti alla cassa (io ero in cassa in quel momento) gli ho dato come sempre uno dei miei sorrisi, e gli ho chiesto:”Dov'è il ragazzo, dove l'ha lasciato oggi?” riferendomi al figlio. Mi ha risposto:”Signora, con lei ci parla! Ha detto che è una persona solare, è speciale!” Non gli ho risposto non ho saputo che dire.
Questa è una cosa da sottolineare; è da notare che il figlio abbia parlato con qualcuno! Ma, ragazzi, ma che deserto è questo se le persone notano un semplice scambio di parole, una risata, una battuta un po' di confidenza che due persone che non si conoscono si scambiano per un secondo? Ma non siamo forse nel deserto?
Perciò, lo vedete quanto basti poco? Teniamo gli occhi aperti perché basta veramente poco, e ricordatevi che è vero che ognuno di noi vive il proprio deserto, ognuno di noi ha i propri problemi e le proprie cose da fare, ma noi abbiamo Gesù! Quelli fuori non hanno Gesù!
Perciò il Signore vi sta lanciando una sfida chiedendovi di vivere in Quaresima con lui fino alla Pasqua, ovviamente con la speranza che se uno si abitua ad avere un comportamento lo possa mantenere. E la sfida è: tenete gli occhi aperti, guardatevi intorno, regalate sorrisi, cercate di scambiare le parole con qualcuno. Cercate chi è triste, abbattuto e ha solo bisogno che magari voi gli date un buongiorno... Ma che vi costa?
Ragazzi, noi non lo possiamo sapere: e se noi fossimo un ponte fra quella persona che vive nel deserto e Gesù ? Chi lo sa? Io sono pronta, sono, prontissima che questo signore mi chieda o indica qualcosa sul fatto che sono diversa dagli altri, io sono prontissima a spiegargli il motivo del perché amo così tanto le persone!
Vi rendete conto che cosa potremmo essere? Potremmo essere noi il ponte tra chi non crede e Dio!
Penso che non ci sia riassunto migliore di questo:
“Ama il tuo prossimo come te stesso.” (Matteo 22:39)
E il mio prossimo non sono soltanto i miei familiari, per cui è giustissimo pregare e essere presenti, i miei amici, per cui è giustissimo pregare essere presenti, ma anche la persona che mi sfiora durante il giorno o le persone che vediamo tutti i giorni perché hanno la nostra stessa routine,
Accetta la sfida di Dio per questa Quaresima; osserva chi è vicino e dagli sollievo dal deserto in cui si trova.
E ricordati che potresti essere un ponte fra lui e Dio.
Preghiamo.