Mentre i carabinieri di Ultimo tengono sotto sorveglianza il loro sospetto, il racconto ci riporta a qualche mese addietro, quando i Corleonesi, preso atto del fallimento di condizionare gli esiti del maxiprocesso, vanno in cerca di una nuova strategia per proteggere Cosa nostra. Riina intende alzare il livello dello scontro con lo Stato, mentre Provenzano vuole intraprendere la strada di un accordo, attraverso il canale di Vito Ciancimino. L'arresto di Riina è un colpo clamoroso a Cosa nostra, di cui parlano i media di tutto il mondo. Inspiegabilmente però la casa del boss non viene perquisita, consentendo ai famigliari di mettere in salvo preziosi documenti, che a detta di alcuni finiscono nelle mani di Matteo Messina Denaro. Intanto l'iniziativa stragista voluta dal capo non si ferma. Il primo obiettivo è il popolare giornalista Maurizio Costanzo, che dopo l'assassinio dell'imprenditore e attivista Libero Grassi ha animato importanti trasmissioni per sensibilizzare l'opinione pubblica contro la mafia. L'attentato fallisce per un soffio. Ma è soltanto il primo assaggio. Con l'obiettivo di spingere lo Stato a trattare, Cosa nostra decide di mettere nel mirino il patrimonio culturale del Belpaese.
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