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Teatro Comunale di Bologna

La stagione d’Opera raccontata con i nostri Podcast read less
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NEL SEGNO DI GUSTAV
26-05-2023
NEL SEGNO DI GUSTAV
NEL SEGNO DI GUSTAV UNCODE.initRow(document.getElementById("row-unique-0"));>>> ASCOLTA IL PODCAST <<< Luca Baccolini, giornalista, classe 1987, scrive dal 2010 per l’edizione bolognese di “Repubblica” e dal 2016 è redattore del mensile “Classic Voice”. Autore di numerosi libri su storia e costumi di Bologna, ha condotto per sette anni programmi radiofonici di intrattenimento culturale. Nel 2019 ha scritto il soggetto teatrale per “Opera show cooking”, spettacolo con la partecipazione di Antonino Cannavacciuolo. Collabora con svariate istituzioni musicali ed enti lirici. Luca Baccolini UNCODE.initRow(document.getElementById("row-unique-1")); Tema e variazioni su un tema della 3ª sinfonia di Gustav Mahler per trombone e orchestra All’instancabile attività di direttore d’orchestra, Frédéric Chaslin affianca quella non meno impegnativa di compositore. Al suo attivo conta quasi una decina di opere per il teatro e molti brani per orchestra, come il funambolico “Tema e variazioni su un tema della 3° sinfonia di Mahler” per trombone e orchestra. Prendendo un motivo per trombone tratto dal primo movimento della Terza Sinfonia, Chaslin parte per un viaggio sonoro lungo 11 variazioni che offrono anche la possibilità di familiarizzare con le peculiarità timbriche di uno strumento rarissimamente impiegato in veste solista. Il trombone, infatti, nacque per enfatizzare i momenti più corali delle composizioni. Ma fu proprio con Mahler (e prima con Wagner) che il trombone moderno venne veramente valorizzato nel tessuto sinfonico, fino all’avvento del jazz, che sviluppò ulteriormente il suo potenziale. Sinfonia n. 4 in sol maggiore La Quarta Sinfonia covava nella mente di Gustav Mahler già dal 1892, quando il materiale che sarebbe andato a comporre il finale si trovava già steso in forma di Lied. La gestazione vera e propria risale alla fine del XIX e ai primi giorni del ‘900. In Mahler l’evoluzione stilistica poggia su un’unica grande piattaforma poetico-filosofica, che Bruno Walter (il primo grande interprete della sua musica) seppe condensare in poche definitive parole: «Un anelito struggente a superare l’esistenza terrena». Di questo ci parla anche la Quarta Sinfonia, che con toni oscillanti tra il commovente e l’umoristico tocca le forme più incantevoli e diverse dei materiali musicali, dal lied schubertiano alla canzoncina suonata sull’organetto di strada, il classico e il popolare, terreno e celeste che si uniscono in un unico abbraccio. Simbolo di questo sentimento del mondo è l’ultimo movimento affidato al canto sopranile (o per voce bianca). «Che tono birichino vi si trova, unito al più profondo misticismo! – annotava Mahler – Tutto qui è sconvolto e rovesciato, la causalità non ha assolutamente alcun valore! È come se di colpo tu guardassi l’altra faccia della luna!». È il racconto di un mondo superiore che possiede, attraverso le parole di un bambino, qualcosa di celeste e di spaventoso allo stesso tempo. UNCODE.initRow(document.getElementById("row-unique-2"));
IL FRUTTO DEL FUOCO
26-05-2023
IL FRUTTO DEL FUOCO
IL FRUTTO DEL FUOCO UNCODE.initRow(document.getElementById("row-unique-12"));>>> ASCOLTA IL PODCAST <<< Luca Baccolini, giornalista, classe 1987, scrive dal 2010 per l’edizione bolognese di “Repubblica” e dal 2016 è redattore del mensile “Classic Voice”. Autore di numerosi libri su storia e costumi di Bologna, ha condotto per sette anni programmi radiofonici di intrattenimento culturale. Nel 2019 ha scritto il soggetto teatrale per “Opera show cooking”, spettacolo con la partecipazione di Antonino Cannavacciuolo. Collabora con svariate istituzioni musicali ed enti lirici. Luca Baccolini UNCODE.initRow(document.getElementById("row-unique-13")); Sinfonia n. 5 in do diesis minore La fanfara della tromba che apre la Quinta Sinfonia non è un incipit qualsiasi: è l’evocazione del mondo caro all’infanzia di Gustav Mahler, un richiamo lontano della caserma e dei militari che sfilavano a passo di marcia davanti alla casa dei suoi genitori a Kaliste, in Boemia. La “Quinta” fu composta tra il 1901 e il 1902, nel pieno di una svolta biografica: nel novembre 1901 Mahler conobbe la figlia di un illustre pittore viennese, l’incantevole e intelligentissima Alma Schindler (“la donna più bella di Vienna”, si diceva) che sposò nel marzo dell’anno successivo. La fama di questa sinfonia è stata alimentata dal cinema, grazie all’uso magistrale che Luchino Visconti fece dell’Adagietto nel film “La morte a Venezia”. Affidato ai soli archi dell’orchestra, su un accompagnamento discreto dell’arpa, questa isola di luce si staglia come un momento di raccoglimento e di oblio dalle cose del mondo, per cedere poi il passo a un finale di potente eloquenza visiva, ambiguamente trionfale. Bruno Walter, forse il direttore che conosceva più da vicino l’universo mahleriano, diede la miglior definizione della sinfonia, «musica appassionata, selvaggia, piena di pathos, briosa, solenne, delicata e piena di tutte le sensazioni dell’anima umana». UNCODE.initRow(document.getElementById("row-unique-14"));
ALLE RADICI DI ČAJKOVSKIJ
03-05-2023
ALLE RADICI DI ČAJKOVSKIJ
ALLE RADICI DI ČAJKOVSKIJ UNCODE.initRow(document.getElementById("row-unique-28"));Luca Baccolini, giornalista, classe 1987, scrive dal 2010 per l’edizione bolognese di “Repubblica” e dal 2016 è redattore del mensile “Classic Voice”. Autore di numerosi libri su storia e costumi di Bologna, ha condotto per sette anni programmi radiofonici di intrattenimento culturale. Nel 2019 ha scritto il soggetto teatrale per “Opera show cooking”, spettacolo con la partecipazione di Antonino Cannavacciuolo. Collabora con svariate istituzioni musicali ed enti lirici. Luca Baccolini UNCODE.initRow(document.getElementById("row-unique-29")); Ouverture Abu Hassan, J. 106 Storia buffa di debiti e morti simulate, il singspiel “Abu Hassan” di Carl Maria von Weber andò in scena a Monaco di Baviera nel 1811. L’Ouverture, come del resto tutta l’opera, mostrano il confronto coi modelli mozartiani (soprattutto verso il “Ratto dal serraglio”). Assediati dai creditori, Abu Hassan e la moglie Fatima fingono a turno di essere morti per placare le richieste di denaro e chiedere un finanziamento per i funerali. Scoperti con un astuto stratagemma, otterranno il perdono del califfo. Concerto-rapsodia per violoncello e orchestra Aram Chačaturjan conosceva alla perfezione le risorse tecniche ed espressive del violoncello, suo strumento d’elezione, e trovò in Mstislav Rostropovich un interprete adatto alle sue ambizioni. Il Concerto-Rapsodia fa parte di un trittico che negli anni Sessanta coinvolse anche pianoforte e violino come strumenti solisti. Nato in Georgia da una famiglia di origini armene, di formazione moscovita, Chačaturjan occupò la posizione di compositore ufficiale sovietico (21 i riconoscimenti ufficiali collezionati dal 1938 al 1973), e si collocò in una prospettiva diametralmente opposta rispetto alle problematiche artistiche, culturali e personali sollevate dal quasi coetaneo Sostakovic. La sua musica ha conquistato però un posto stabile nell’immaginario collettivo: Stanley Kubrick inserì infatti l’Adagio dal suo balletto “Gayaneh” nel film “2001 Odissea nello spazio” nella famosa sequenza del jogging sull’astronave Discovery. Sinfonia n. 2 in do minore, op. 17 “Piccola Russia” La Seconda Sinfonia di Čajkovskij fu eseguita per la prima volta a Mosca il 7 febbraio del 1873, a un concerto della locale sezione della Società Musicale Russa. Nonostante l’ottima accoglienza, il compositore decise di rimaneggiarla, riscrivendo quasi per intero il primo movimento e lasciando solo l’introduzione lenta e la coda. Al pubblico piacque in particolare l’ultimo movimento con il tema della canzone popolare ucraina “La gru”, dal ritmo brioso e danzante. Memore della gioia che i lunghi soggiorni estivi in Ucraina gli avevano regalato, Čajkovskij confessò: «La Sinfonia ha avuto grande successo e “La gru” in particolare ha avuto le critiche più lusinghiere. Non attribuisco il merito di questo successo a me stesso ma al vero compositore, Pëtr Gerasimovič [il maggiordomo] che regolarmente, mentre componevo e suonavo “La gru”, arrivava e me la canticchiava». UNCODE.initRow(document.getElementById("row-unique-30"));
DECISAMENTE ALLEGRO
27-04-2023
DECISAMENTE ALLEGRO
DECISAMENTE ALLEGRO UNCODE.initRow(document.getElementById("row-unique-40"));Luca Baccolini, giornalista, classe 1987, scrive dal 2010 per l’edizione bolognese di “Repubblica” e dal 2016 è redattore del mensile “Classic Voice”. Autore di numerosi libri su storia e costumi di Bologna, ha condotto per sette anni programmi radiofonici di intrattenimento culturale. Nel 2019 ha scritto il soggetto teatrale per “Opera show cooking”, spettacolo con la partecipazione di Antonino Cannavacciuolo. Collabora con svariate istituzioni musicali ed enti lirici. Luca Baccolini UNCODE.initRow(document.getElementById("row-unique-41")); Decisamente allegro Commissionato a Nicola Campogrande (1969) dalla Filarmonica della Scala in occasione del suo 40° anniversario ed eseguito in piazza Duomo, a Milano, nel giugno 2022, “Decisamente allegro” è un pezzo di brillante inventiva e luminosa tessitura sonora, caratterizzando da un linguaggio terso e immediato, di stampo marcatamente ottimistico. Concerto per pianoforte e orchestra n. 1 in fa diesis minore, op. 1 «La musica – diceva Rachmaninov – deve esprimere il paese di nascita del compositore, i suoi amori, la sua religiosità, i libri che l’hanno influenzato, le pitture che ama; la somma delle sue esperienze». Dichiarazione che sembra non adattarsi completamente al suo Concerto n. 1, inserito come opera prima nel catalogo di un compositore che nel 1891 era ancora diciottenne. La giovane età non inganni: virtuosismo funambolico del solista e densità della parte orchestrale rendono questo concerto uno dei più complessi e affascinanti del XIX secolo. Sinfonia n. 2 in re maggiore, op. 43 Fu Arturo Toscanini a far conoscere all’Italia la musica di Jean Sibelius, dirigendo “Il cigno di Tuonela” proprio al Comunale di Bologna, nel 1904. Italianissima è l’origine della Seconda Sinfonia, composta tre anni prima durante un soggiorno del musicista finlandese a Rapallo. Naturalezza e immediatezza tematica sono le caratteristiche di tutta la produzione sinfonica di Sibelius. E questa “Seconda” non fa eccezione, contraddistinta com’è da un’ispirazione genuina, non afflitta da schematismi: «La forma definitiva di un lavoro – scriveva – dipende da pensieri che sono più forti di noi; in seguito si può dare sostanza a questo o a quello, ma tutto sommato noi siamo solo uno strumento». UNCODE.initRow(document.getElementById("row-unique-42"));
COME BARCHE CONTROCORRENTE
23-03-2023
COME BARCHE CONTROCORRENTE
COME BARCHE CONTROCORRENTE UNCODE.initRow(document.getElementById("row-unique-56"));>>> ASCOLTA IL PODCAST <<< Luca Baccolini, giornalista, classe 1987, scrive dal 2010 per l’edizione bolognese di “Repubblica” e dal 2016 è redattore del mensile “Classic Voice”. Autore di numerosi libri su storia e costumi di Bologna, ha condotto per sette anni programmi radiofonici di intrattenimento culturale. Nel 2019 ha scritto il soggetto teatrale per “Opera show cooking”, spettacolo con la partecipazione di Antonino Cannavacciuolo. Collabora con svariate istituzioni musicali ed enti lirici. Luca Baccolini UNCODE.initRow(document.getElementById("row-unique-57")); Kol Nidrei, op. 47 Max Bruch (1838-1920) era protestante ma entrò in contatto con la cultura ebraica grazie al suo maestro Ferdinand Hiller, che lo introdusse alla famiglia Lichtenstein, molto influente a Berlino. L’Adagio su due melodie ebraiche per violoncello e orchestra (con arpa) consiste essenzialmente in una serie di variazioni su due temi principali di origine ebraica, il primo dei quali (quello che dà anche il titolo al brano), arriva dal “Kol Nidre”, formula che viene recitata durante la funzione dello Yom Kippur. Qui il violoncello sembra imitare la voce rapsodica del cantore che intona la liturgia nella sinagoga. Chichester Psalms Nel 1965 Leonard Bernstein si concesse un anno sabbatico dalla posizione di direttore musicale della New York Philharmonic e poté di nuovo dedicarsi a tempo pieno alla composizione. I “Chichester Psalms” arrivarono subito dopo la sua Terza Sinfonia “Kaddish” in memoria del presidente Kennedy. Entrambi i pezzi combinano cori su testi ebraici. Ma laddove “Kaddish” è una dichiarazione di profonda angoscia, i “Chichester Psalms” sono pieni di speranza e fiducia nella vita. Bernstein chiese espressamente che il testo fosse cantato in ebraico (non esiste nemmeno la traduzione inglese nella partitura), usando i profili melodici e ritmici della lingua ebraica. Un americano a Parigi  Scritto per grande orchestra con un’imponente sezione di percussioni (di cui fanno parte anche grancassa, block, piatti, xilofono, glockenspiel, celesta e persino 4 clacson), “Un americano a Parigi” è il poema sinfonico con cui Gershwin condensò le impressioni di un viaggio in Europa in visita ad alcuni dei suoi idoli musicali (Ravel compreso). È una passeggiata andata e ritorno a bordo Senna, con vista Champs-Elysees, scene di risse e amori notturni impregnati di ragtime tipici degli anni ’20, quando la crisi del 1929 non aveva ancora gettato ombre lunghe e fosche sul destino dell’America e del mondo intero. Boléro Sottratto completamente agli impegni dello sviluppo tematico, dal 1928 il “Boléro” serba il suo fascino nella ripetizione ossessiva di un unico disegno, in un crescendo progressivo di moduli ritmici-melodici che fanno entrare in scena differenti strumenti, fino alla grande esplosione finale. All’origine di un brano che inchiodò Maurice Ravel a una fama troppo “mirata”, c’è un senso ipnotico e sensuale irresistibile. Ma soprattutto la dimostrazione pratica di quanto si possa ottenere lavorando solo sulle dinamiche e sull’orchestrazione. UNCODE.initRow(document.getElementById("row-unique-58"));
DALLE TENEBRE ALLA LUCE
22-03-2023
DALLE TENEBRE ALLA LUCE
DALLE TENEBRE ALLA LUCE UNCODE.initRow(document.getElementById("row-unique-68"));>>> ASCOLTA IL PODCAST <<< Luca Baccolini, giornalista, classe 1987, scrive dal 2010 per l’edizione bolognese di “Repubblica” e dal 2016 è redattore del mensile “Classic Voice”. Autore di numerosi libri su storia e costumi di Bologna, ha condotto per sette anni programmi radiofonici di intrattenimento culturale. Nel 2019 ha scritto il soggetto teatrale per “Opera show cooking”, spettacolo con la partecipazione di Antonino Cannavacciuolo. Collabora con svariate istituzioni musicali ed enti lirici. Luca Baccolini UNCODE.initRow(document.getElementById("row-unique-69")); Parsifal suite arr. Claudio Abbado Il primo grande incontro di Claudio Abbado con Wagner avvenne con “Lohengrin” del 1981 alla Scala (la regia era di Giorgio Strehler). L’idea di accostare brani orchestrali tratti dalle opere è legittimata dallo stesso Wagner, che compì la stessa operazione fondendo il Preludio e il Liebestod, ovvero l’alfa e l’omega del “Tristano e Isotta” per renderli fruibili in forma di concerto senza la parte vocale. Anche per “Parsifal” il compositore tedesco produsse un arrangiamento simile, ma lo spartito originale andò perduto durante la guerra. Da qui l’idea di Abbado: ascoltando registrazioni di Furtwängler, Reiner e Muck che contenevano brani di “Parsifal” per sola orchestra, il grande direttore ha preparato una collezione che restituisse l’incanto mistico dell’ultima opera wagneriana. Parsifal suite arr. Claudio Abbado Il primo grande incontro di Claudio Abbado con Wagner avvenne con “Lohengrin” del 1981 alla Scala (la regia era di Giorgio Strehler). L’idea di accostare brani orchestrali tratti dalle opere è legittimata dallo stesso Wagner, che compì la stessa operazione fondendo il Preludio e il Liebestod, ovvero l’alfa e l’omega del “Tristano e Isotta” per renderli fruibili in forma di concerto senza la parte vocale. Anche per “Parsifal” il compositore tedesco produsse un arrangiamento simile, ma lo spartito originale andò perduto durante la guerra. Da qui l’idea di Abbado: ascoltando registrazioni di Furtwängler, Reiner e Muck che contenevano brani di “Parsifal” per sola orchestra, il grande direttore ha preparato una collezione che restituisse l’incanto mistico dell’ultima opera wagneriana. Concerto funèbre Pur non avendo mai lasciato l’Europa in tempo di guerra, il tedesco Karl Amadeus Hartmann (1905-1963) fu un oppositore del regime nazista, al quale non fornì mai la sua musica. Dopo il 1945, molti dei suoi lavori ebbero la meritata visibilità, com’è il caso della “Musik der Trauer” (poi ribattezzata “Concerto funebre”), terminata all’alba del secondo conflitto mondiale e revisionata nel 1959. In una lettera al direttore Hermann Scherchen, Hartmann ha chiarito che la struttura del Concerto funebre è concepita per riflettere “la disperazione intellettuale e spirituale del periodo”, veicolata da una musica che oscilla tra rabbiose dissonanze e paesaggi di nera desolazione. Una delle pagine più intense e drammatiche del Novecento musicale. UNCODE.initRow(document.getElementById("row-unique-70"));
Il canto della terra – Das Lied von der Erde – Gustav Mahler
28-02-2023
Il canto della terra – Das Lied von der Erde – Gustav Mahler
Gustav Mahler Das Lied von der Erde Gustav Mahler non riuscì mai ad ascoltare la sua “sinfonia per contralto, tenore e grande orchestra”. Morì infatti il 18 maggio 1911, sei mesi prima del debutto di “Das Lied von der Erde”, il “Canto della terra”. Ci sono opere dello spirito che segnano un’epoca o che ne preannunciano l’avvenire. Questo monumentale tempio musicale, scritto dopo l’Ottava Sinfonia, appartiene alla stessa categoria, non meno dell’“Interpretazione dei sogni” di Freud o del “Bacio” di Klimt, in una curva della storia in cui l’Impero Asburgico (ma potremmo dire per estensione l’Europa e l’Occidente) si aggrappava con disperazione ai suoi simboli, alla ricerca di sé stesso e delle sue certezze. Mahler, però, ne aveva già visto l’epilogo, come s’intuisce dal disincarnato e spettrale “congedo” (Der Abschied) che conclude un affresco sonoro in cui la Bellezza eleva il suo canto sublime contro una realtà in disfacimento. Alla ricerca di un altro mondo dove sia possibile esprimerla. UNCODE.initRow(document.getElementById("row-unique-80"));Luca Baccolini Luca Baccolini, giornalista, classe 1987, scrive dal 2010 per l’edizione bolognese di “Repubblica” e dal 2016 è redattore del mensile “Classic Voice”. Autore di numerosi libri su storia e costumi di Bologna, ha condotto per sette anni programmi radiofonici di intrattenimento culturale. Nel 2019 ha scritto il soggetto teatrale per “Opera show cooking”, spettacolo con la partecipazione di Antonino Cannavacciuolo. Collabora con svariate istituzioni musicali ed enti lirici. UNCODE.initRow(document.getElementById("row-unique-81"));
Viva verdi | salviamo Villa Verdi Viva Verdi | salviamo Villa Verdi |
10-02-2023
Viva verdi | salviamo Villa Verdi Viva Verdi | salviamo Villa Verdi |
VIVA VERDI | il TCBO per VILLA VERDIUNCODE.initRow(document.getElementById("row-unique-84")); Il Teatro Comunale di Bologna sente il dovere culturale e morale di dare completo supporto all’iniziativa “VIVA Verdi” promossa dal Ministero della Cultura e da Anfols, volta a preservare e valorizzare il patrimonio di Villa Verdi per le generazioni presenti e future. La dimora, situata a Sant’Agata di Villanova sull’Arda in provincia di Piacenza, è stata la residenza del grande maestro Giuseppe Verdi per molti anni e ha visto tra le sue antiche pareti la nascita di capolavori assoluti dell’arte, della musica e della cultura mondiale: “La traviata”, “Rigoletto”, “Il trovatore”, “Simon Boccanegra” , “Il ballo in maschera”; titoli che hanno regalato eterna fama non solo all’Opera come forma d’Arte, ma anche alla cultura italiana del tardo romanticismo. Dagli ultimi mesi del 2022 questa importante Villa, che ospita nelle sue stanze anche la casa-museo del grande compositore, è stata chiusa e rischia di essere messa all’asta per un contenzioso riguardante la parte ereditaria della villa. Il Teatro Comunale è orgoglioso di partecipare al programma di concerti con il “Gala Verdiano” del 26 febbraio, diretto dal Maestro Daniel Oren presso la nuovissima sala del Comunale Nouveau. Invitiamo i nostri abbonati, il nostro pubblico e i cittadini bolognesi tutti non solo a partecipare al concerto, il cui incasso sarà interamente devoluto ai fini della causa di Villa Verdi. UNCODE.initRow(document.getElementById("row-unique-85"));Puoi partecipare al salvataggio di Villa Verdi con una donazione attraverso bonifico al seguente codice IBAN: IT81E01000032453480 29368004 oppure partecipando al "GALA VERDIANO" del Teatro Comunale di Bologna il cui incasso sarà interamente devoluto alla casa. Non è stato trovato nulla. UNCODE.initRow(document.getElementById("row-unique-86"));>>> ASCOLTA IL PODSCAT <<< Luca Baccolini, giornalista, classe 1987, scrive dal 2010 per l’edizione bolognese di “Repubblica” e dal 2016 è redattore del mensile “Classic Voice”. Autore di numerosi libri su storia e costumi di Bologna, ha condotto per sette anni programmi radiofonici di intrattenimento culturale. Nel 2019 ha scritto il soggetto teatrale per “Opera show cooking”, spettacolo con la partecipazione di Antonino Cannavacciuolo. Collabora con svariate istituzioni musicali ed enti lirici. Luca Baccolini UNCODE.initRow(document.getElementById("row-unique-87"));