Marco e Manuel, quando ripercorrono l’omicidio, descrivono un rituale disumano, in cui la vita di Luca, la vittima, perde e acquista significato allo stesso tempo.
Dicono che non volevano farlo soffrire, come se la loro furia si fosse intensificata proprio per ridurre la sua agonia.
Ma com’è possibile che due ragazzi abbiano superato la porta girevole dell’inferno? E’ Perché sono impazziti? E’ Perché sono dei sadici?
È perché dei ragazzi senza futuro né direzione, in una città senza futuro e direzione, è più facile che si perdano?
A fare da sfondo alla loro caduta, c’è Roma.
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