La storia dello sviluppo di Fallout continua in questo secondo episodio. Con Tim Cain e Leonard Boyarski fuori dai giochi, tocca a Fergus Urquhart l'ingrato compito di consegnare in meno di un anno un seguito migliore e più ricco di contenuti. Un'impresa quasi impossibile, che viene coronata solo ed esclusivamente con grandissima tenacia e togliendo risorse ad altri progetti di Black Isle Studio. Pur non privo di difetti (e di clamorosi bug), Fallout 2 è un piccolo miracolo. E proprio qui le cose cominciano a farsi interessanti: un Fallout 3 viene messo in produzione con il nome in codice Van Buren, ma il suo destino è legato a doppio filo allo stato sempre più precario delle finanze di Interplay. E proprio nell'ora più buia, a intervenire sarà Bethesda Softworks, grazie soprattutto alla convinzione di Todd Howard, che da sempre è un grande ammiratore del lavoro di Cain e Boyarski. Da qui in avanti, entriamo nell'era moderna di Fallout, ma sorprese e colpi di scena non mancheranno.
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