Il verbo educare, dal latino educere, significa tirare fuori, allevare. Un insegnante non dovrebbe istruire, impartire informazioni da assimilare, ma portare alla luce il talento dell3 student3, coltivarlo e farlo sbocciare. Ma come è possibile quando il sistema scolastico è schiacciato dai falsi miti della performatività e della meritocrazia?
Ne parliamo con Edoardo Montenegro, consulente di innovazione e change management. Da Copenaghen, dove si è trasferito nel 2020 insieme alla sua famiglia, Edoardo parla del mondo delle app edtech, una realtà da lui approfondita a stretto contatto durante un lungo periodo in Finlandia. Ci spiega come possono essere non solo uno strumento formidabile per facilitare l’apprendimento e renderlo più divertente, ma anche un alleato per facilitare l’inclusione scolastica di persone affette da dislessia e DSA. Un’esperienza, la sua, cominciata nel 2012 a Torino con Twitteratura, un progetto culturale che utilizzava Twitter per promuovere il social reading e l’amore per la letteratura italiana del XX secolo. Da quell’esperienza è nata Betwyll, la prima app edtech italiana.
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Il Sole 24 Ore - Daniele Vaschi e Andrea Franceschi