«Ci sembrava di vivere degli anni felici, perché noi stranieri residenti qui credevamo di aver trovato il luogo più bello del mondo, ci illudevamo di vivere nell’unica città d’Europa dove nonostante – o forse proprio per questo – nella sua lunga storia era stata colpita da pesti, terremoti, tsunami, rivoluzioni, incendi e crisi economiche, fosse ancora possibile credere alle utopie. Erano anni inconsapevoli e di assurde speranze». "Lisbona è un'assurda speranza" di DANIELE COLTRINARI