Il Gatto Mezzo Matto (Letto In Italiano) | Stories Sotto Le Stelle Podcast | Storie Brevi Per Bambini E Giovani Di Cuore

Storie Sotto Le Stelle Podcast

13-06-2024 • 7 minuti

IL GATTO MEZZO MATTO

Nella scuola elementare per animali domestici di ogni genere, una delle classi più frequentate era quella dei gatti parlanti. Lì c’era un gatto un po’ strano: parlava a saltelli, scriveva le parole al contrario, i numeri capovolti e aveva spesso la testa fra le nuvole.

Tutti dicevano: “Ma quel gatto è mezzo matto!”

Una mattina di primavera, i gatti si erano alzati un’ora prima, perché la maestra, una gattina molto carina, bianca e gialla, avrebbe portato la classe nel parco vicino alla scuola per giocare e fare un picnic. Tutti erano contentissimi e non vedevano l’ora di partire, vestiti eleganti come al solito: chi con un fiocco colorato sulla testa, chi con una cravatta blu, e chi con una sciarpa arancione, ma ognuno con il suo zainetto multicolore.

Ma se tutti erano pronti e contenti di passare una giornata diversa all’aria aperta, immaginatevi voi il Gatto Mezzo Matto!

Era contento almeno tre volte e tre quarti più degli altri. Ma così contento che per l’occasione aveva indossato un fiocco e mezzo in testa, tre cravatte al collo, una sciarpa arcobaleno e un ombrello al polso.

Lungo il tragitto tra la sua casa e la scuola, faceva acrobazie incredibili, camminando sulle zampe posteriori e divertendosi a fare salti mortali: tre avanti e uno indietro.

I passanti si fermavano a guardarlo perché era simpatico e anche un po' ridicolo. Era proprio curioso e mezzo matto questo gatto!

Prima della partenza, la maestrina tanto carina controllò che tutti avessero l’occorrente: non mancava proprio niente, neppure una grande allegria — che in fondo era la cosa più importante.

“Pronti, si parte!”

In men che non si dica, il Gatto Mezzo Matto era già sulla strada. Vedendo un vigile urbano che passava da quelle parti, il gatto gli disse:

“Scusi Signor vigile, siamo di fretta, non mi potrebbe mica imprestare i suoi attrezzi per guidare il traffico?”

Il vigile, sogghignando sotto i baffi, stette al gioco e rispose:

“Mi sembri simpatico, ma fai attenzione. Io ti terrò d’occhio.”

Con il fischietto in bocca e la paletta nella zampa, il gatto iniziò:

“Alt! A destra! Alt! A sinistra! Gira di qua! Vai di là! Fate tutti il girotondo!”

Così facendo aveva bloccato tutto il traffico e il semaforo si sbellicava dalle risate lampeggiando rosso, verde e giallo.

Nonostante tutto questo putiferio, la scolaresca attraversò la strada ringraziando cortesemente il semaforo, il Signor Vigile e, ovviamente, anche il Gatto Mezzo Matto.

In fila per due lungo il viale alberato, entrarono nel parco. In coda c’era un piccolo elefante grigio che controllava che tutti tenessero il passo e la fila.

Una volta giunti nel prato centrale e posati gli zainetti, via libera per tutti che ora potevano saltare, correre e giocare sull’erba.

L’elefantino teneva tutti sott'occhio: “Attenzione gattini! Non avvicinatevi troppo al laghetto perché se ci cascate dentro vi devo ripescare io.”

Ma come se nulla fosse, i gatti si rincorrevano, facevano capriole e si divertivano a più non posso. Anche i bambini giocavano con loro e qualcuno faceva volare aquiloni di diversi colori e forme che tutti guardavano a naso in su.

In tutta questa gioiosa festa, il Gatto Mezzo Matto, che spesso faceva come voleva, per copiare i bambini decise di aprire l’ombrello e volò in cielo come un aquilone.

Una forte folata di vento lo fece svolazzare un po’ a destra e un po’ a sinistra. Improvvisamente, l’ombrello si chiuse e il Gatto Mezzo Matto finì preciso nel laghetto con tutti gli aquiloni.

“Splash! Splush! Splish! Splesh!” E miagolii a non finire.

“Oh no! Aiuto. Aiuto. Aiuto. Salvate il Gatto Mezzo Matto!”

Per fortuna, sotto la sponda ovest del laghetto c’era il famoso Bagno Gorgonzola, dove i topolini della zona andavano a prendere il sole in compagnia. A questo trambusto si allertarono e si resero conto immediatamente che c’era da fare un salvataggio.

Non c’era tempo da perdere!

Senza esitazione, si tuffarono nel laghetto e aiutandosi l’uno con l’altro, salvarono il Gatto Mezzo Matto..

Tutta la scolaresca tirò un miagolio di sollievo, mentre i topini, molli fradici ma contenti, si misero a saltellare gioiosamente.

L’elefantino, che non si era nemmeno dovuto bagnare, ringraziò i topolini che stavano già giocando a nascondino con i gatti.

E il Gatto Mezzo Matto?

Beh, come se nulla fosse, si asciugava ai raggi del sole in disparte, osservando le nuvole in cielo che sorridendo e danzando gli facevano l’occhiolino.

In quel giorno magico di primavera, il picnic si trasformò in una grande avventura e, a pancia piena, i gatti si incamminarono verso la scuola.

Il fatto sta che in ogni zainetto si era infiltrato un topolino, che voleva andare a vivere con un gatto, perché ormai erano tutti diventati amici.

Con la consueta fantasia e un pizzico di magia, da allora gatti e topi si vollero un gran bene e andarono a scuola tutti insieme.

“Non si era mai vista una classe così allegra”, diceva l’elefantino.

E il Gatto Mezzo Matto?

Lui dopo il tuffo nel laghetto, non parlò più a saltelli e le parole le scriveva diritte, ma con i suoi nuovi amici topolini si divertiva a colorare la lavagna con la cimosa.

Matto sì, ma solo a metà!