Alla periferia di una grande città, abitavano quattro piccoli cani che ogni giorno facevano un giro nel vicinato per sgranchirsi le zampette insieme ai loro padroni. Il resto del tempo lo passavano in poltrona o sdraiati al sole in giardino.
In un angolo vicino al muro, dietro la casa, nascosti da un albero, c'erano dei vecchi oggetti usati e un po' rotti. Uno dei cani, quella che si chiamava Tachi, decise di andare in esplorazione per vedere se c’era qualcosa di interessante e trovò quello che sembrava essere un vecchio pallone — ma un po' strano, con una specie di gamba.
"Che cosa sarà mai? Sembra un oggetto sospetto!” Meglio chiamare i rinforzi immediatamente, pensò: "Bau, bau, bau!"
Gli altri tre accorsero subito abbaiando — in caso ci fosse da spaventare qualcuno o qualcosa.
”Un pallone, un pallone!" gridarono e si misero in posizione per giocare.
La più birichina e più piccola di taglia, la Pippa, iniziò a calciare l’oggetto con le sue zampette ma si fermò subito esclamando: ”Oh, ma com'è duro questo pallone?!”
“E’ duro si, sciocca, non lo vedi che è un mappamondo?" le dissero Luca e Lillo, gli altri due componenti della famigliola, mentre Tachi rimaneva pensierosa e non veramente convinta della cosa.
Ma una volta chiarito cosa fosse, tutti si misero ad osservarlo mentre, magicamente girando su se stesso, mostrava paesi lontani dei quali avevano sentito dire dai loro padroni che, per dirla proprio tutta, erano proprio dei gran girelloni!
Alla fine della giornata, dopo tante avventure, pisolini, una camminata al calare del sole ed una buone cena, andarono tutti a letto; ma pensando al mappamondo, nessuno dei quattro riuscì a dormire un gran che. Appena chiudevano gli occhi, iniziavano a viaggiare con la fantasia e pensavano ad avventure emozionanti che li trasportavano in posti sconosciuti e fantastici da visitare.
Al mattino, c’era un gran bisbigliare. "Dormito bene?" si domandavano gli uni con gli altri. “No, io ho viaggiato in paesi sconosciuti," "Io pensavo di volare," "Io di navigare sugli oceani," “Io invece di scalare montagne altissime."
Pensa e ripensa, decisero che sarebbe stato davvero bello trasformare questi sogni in realtà. Continuarono a parlottare, e dopo qualche ora, tutti d'accordo pronunciarono le fatidiche parole: "Saremo i quattro avventurieri a quattro zampe, a giro per il mondo, tutti per uno e uno per tutti." La decisione fu presa; ma come sarebbe stato possibile iniziare l'avventura?
A Luca gli venne in mente il vecchio saggio bassotto Ettore, che viva nel vicinato e che di mestiere faceva il mago cantastorie . Lo incontravano quasi tutti i giorni durante le passeggiate al tramonto. Ettore seduto davanti alla sua casa narrava con occhi scintillanti di emozione storie di viaggi fantastici ad un gruppetto di cuccioli con i loro padroni; tutti intenti ad ascoltare.
Una volta lo sentirono raccontare di Parigi e della sua maestosa Torre Eiffel che si alzava in cielo fino a sopra le nuvole, dei monumenti imponenti, dei grandissimi giardini da visitare e poi, attenzione attenzione, croissant con burro e marmellata per colazione, baguette ripiene di tutto un po’ a pranzo ed ossi succulenti e saporiti per cena.
"Ecco chi ci potrebbe aiutare: Ettore il Bassotto Mago!” esclamarono con gioia.
Immediatamente, quatti quatti, uscirono di nascosto dal loro giardino, passarono da un piccolo varco nella staccionata e si incamminarono verso la casa di Ettore. Arrivarono alle le cinque del pomeriggio in punto ed Ettore li invito’ per il te con i biscotti. I quattro avventurieri, fra un biscotto e l’altro gli raccontarono del mappamondo trovato per caso, e del loro desiderio di avventure.
Il bassotto mago, che tutto aveva già intuito, disse: "Con un incantesimo io posso accompagnarvi in giro intorno alla terra ed andare a visitare una località da voi scelta."
I fantastici quattro a quattro zampe, in coro gridarono: "Andiamo a Parigi!"
“Con piacere," rispose Ettore.
Tutti pronti per la partenza!
Il bassotto mago prese il suo super bastone magico, che battuto tre volte per terra "toc toc toc", e alle parole "Babau Babau!" ne uscirono piccole stelle luminose; ognuna prese per la zampetta un cane alzandolo in volo, ed a seguito del mago, partirono per l’avventura.
In un primo momento chiusero gli occhi timorosi, ma: "Guardate guardate," disse la loro guida, e aperti gli occhi videro che sorvolavano oceani, mari, montagne, laghi, città e foreste incantate: "Che meraviglia!”
Dopo poco, improvvisamente, in lontananza apparve la città di Parigi. Volteggiando come piume al vento, in un soffio arrivarono quasi a toccare la Torre Eiffel, che con la sua altezza, bucava le nuvole passandovi nel mezzo. La compagnia si posò sui tetti di Parigi: “Che meraviglia, Parigi è davvero magica e affascinante!"
Mentre passeggiavano per le strade di Montmartre decisero di mandare una cartolina ai loro padroni per fargli sapere del loro viaggio.
Indirizzo:
Alla nostra casa dall'altra parte del oceano.
Terza strada a destra.
Nona a sinistra.
Giardino con albero di limoni.
Scoiattoli che gironzolano intorno.
Possibile avvistamento colibrì.
Città di chissà chi lo sa, vallo a sapere.
Modalità di spedizione:
Raggio di luce veloce e magico.
Assicurata.
Richiesta firma alla consegna.
Spedita la cartolina. Videro la famosa ruota panoramica e senza esitazione ci salirono sopra. Al secondo giro, mentre si godevano il panorama della città, una inaspettata folata di vento li fece volteggiare in aria e giù a precipizio nell'acqua della Senna con un tonfo, un "pluff" e poi un grande movimento di zampe e un collettivo abbaiare: "Bau aiuto, bau aiuto, bau aiuto, bau aiuto, salvateci non sappiamo nuotare!”
Per fortuna un battello navigava lentamente proprio in quel momento, nelle acque del fiume. Accorse l'equipaggio che li salvò tutti e quattro gettando la scialuppa e tirandoli a bordo.
Nello stesso istante del salvataggio, si presentò un grosso guaio. I naviganti non erano altro che cani pirati. Sul battello sventolavano bandiere nere con il teschio e ossa incrociate.
Il nostromo arrivò sul ponte della nave e grattandosi il naso osservò la scena incredulo e anche preoccupato. Il battello era in missione speciale e trasportava un ingente tesoro ben nascosto nella stiva. Rimuovendo i suoi occhiali tondi disse: “Oh, ma che siete spie 007?”
Nel dubbio i quattro cani furono presi prigionieri e legati alla spalliera di piccole sedie.
In quel frastuono, apparve sul ponte il capitano. Indossava una bandana con teschi, cinturone con pistole, spada e stivali, e una benda all’occhio destro, ma non aveva aria minacciosa. Avanzò verso i quattro con passi decisi sul legno scricchiolante del ponte. Fissando i prigionieri, alzò la spada e gridò con autorità alla sua ciurma: "Fermi tutti! Questi quattro cani io li conosco, sono miei amici. Slegateli immediatamente e offrite loro ossi e croissant a volontà."
Il capitano pirata avvicinandosi disse: “Oh, ma non mi riconoscete? Io sono Odi, la mia padrona è amica della vostra." Così, Tachi, Pippa, Luca, e Lillo, si ricordarono di lui. Fecero capriole dalla contentezza per essere stati salvati e per aver ritrovato un grande amico. Rivolgendosi all ciurma disse “Io ho vissuto nella loro casa, al di là dell'oceano, ospitato dai loro padroni e trattato come un re”.
In ritardo come un’orologio scarico, il mago bassotto, come un fulmine, arrivò sul ponte pronto a dare battaglia per difendere i quattro avventurieri a quattro zampe, ma non poté fare altro che tirare un sospiro di sollievo e salutò Odi il Pirata con una stretta di zampa.
Tutti felici e contenti passarono alcune ore di gioia ammirando Parigi dal battello con i loro amici pirati. Alla sera Ettore il bassotto mago organizzò il viaggio di ritorno che includeva anche il capitano pirata, Odi.
I cinque avventurieri a quattro zampe arrivati a casa, dall’altra parte dell’oceano, distesi al caldo accanto al caminetto, raccontarono della loro fantastica avventura parigina.
Bau, bau, bau, bau e bau.
Each story is currently written and narrated in both Italian and English.
The translation from Italian (the original language) to English and the reading of the stories are performed using Generative Artificial Intelligence — which perhaps has a touch of magic... We hope it has done a good job!
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