Guardate questo fermo immagine. Risale all'8 marzo 1998, è un Parma-Inter di campionato. Il pallone, lo vedete, è in possesso del Parma: un difensore, Roberto Mussi, lo sta portando fuori dall'area. Qualche metro indietro si riconoscono Cannavaro e Thuram, al limite dell'area piccola individuerete facilmente anche Ronaldo il Fenomeno. Purissima Serie A anni Novanta, la migliore di sempre. Ma... non c'è il portiere! Dov'è il portiere? Dov'è Buffon, e perché la porta del Parma è clamorosamente vuota nonostante il pallone sia ancora in gioco, all'interno dell'area di rigore? Se avrete qualche minuto di pazienza ve lo diremo, e vi spiegheremo perché questa è una delle immagini più simboliche della carriera di Gigi Buffon – un'immagine in cui lui letteralmente NON C'E' – e riassume il valore e la diversità di uno dei più grandi portieri di tutti i tempi. Ora guardate questa seconda immagine: questa la riconoscete, no? La parata più gloriosa della carriera di Buffon – forse non la più bella, ma sicuramente la più gloriosa – nasconde un segreto tecnico. Guardate le gambe: al momento dell'impatto tra il pallone e la mano destra di Buffon, le gambe sono ancora perpendicolari al terreno, quasi verticali. È lo stesso gesto tecnico che ritroviamo in tanti altri momenti della sua carriera, sia prima che dopo, per esempio in questa parata molto simile ma molto meno famosa contro il Widzew Lodz, agosto 1997, esordio assoluto in Champions League, quando Gigi non aveva nemmeno vent'anni. Oppure in questa parata su Luis Suarez, in Barcellona-Juventus del settembre 2017, quando Buffon aveva già 39 anni. Lo stile della parata su Zidane, poi replicato così tante volte, risponde in parte a una delle grandi domande sulla carriera di Buffon: come ha fatto a durare così tanto? 1175 partite in carriera, 657 in Serie A, 176 partite in Nazionale: non possono essere stati solamente gesti di cortesia dei vari presidenti. No, oltre a un talento smisurato che era evidente a tutti fin dalla sua prima appar izione, dev'esserci anche un sistema per rimandare il declino fino a dopo i quarant'anni.