Per parlarvi di Marrakech devo andare decisamente indietro con i ricordi.
Ammetto di far fatica a rimettere totalmente a fuoco ciò che io, Alessio, Giuseppe, Eleonora e ovviamente Bert avevamo visto e fatto in uno dei nostri primissimi BerTour.
Ma in fondo un po’ di caos mentale credo che possa essere adatto per introdurre la città a cui dedico questa puntata; una città dove non regnano sicuramente ordine e attenzione, ma sensazioni, rumori, profumi (e a volte odori non sempre piacevoli), voci e colori che creano un fortissimo senso di allegria e spontaneità.
Non ho magari ricordo preciso dei dettagli di alcuni dei luoghi visitati, ma in compenso ho indelebili alcuni piccoli aneddoti legate alle persone di questa disordinata città.
E i sorrisi sinceri dei cuochi più simpatici che probabilmente ho avuto il piacere di incontrare lungo i miei viaggi.
Quei sorrisi, dopo oltre dieci anni, invece sono ancora indelebili nella mia mente.
Indelebili come i serpenti e le scimmie che io e Alessio avevamo involontariamente avuto modo di conoscere molto, davvero molto, da vicino.
Proviamo, quindi, a mettere un po’ di ordine in questi ricordi.