"La nostalgia che avremo di noi" (Neri Pozza) è un romanzo formato da 13 voci, racconti, forse meglio dire anime. In questa chiacchierata con l'autrice Anna Voltaggio abbiamo sviscerato alcuni temi (non tutti, ahinoi) che caratterizzano lo scritto: amore, genitorialità, tempo, morte. La generazione dei 40/50enni, coloro che sono "nel mezzo del cammin di nostra vita", si trova a riflettere sul passato, presente e futuro, con tutte le paure e i mostri che emergono dal profondo. Intervista di Giulia Carla De Carlo IL LIBRO: Si potrebbe dire che dentro un libro come questo, in cui la forma di un romanzo si scompone e si frammenta, i fantasmi della vita si muovono con più naturalezza, si permettono pause, giocano con la nostalgia, si interrogano sul tempo, e sulle intermittenze del presente. I personaggi di Anna Voltaggio sono dentro la nostalgia di un inconoscibile passato, conoscono l’amore soltanto come una forma illusoria, vivono di tenerezze incerte, di desideri rimasti in sospeso, di sentimenti da tenere a bada; e accendono bagliori improvvisi su vite di cui non ci serve sapere più di quanto viene accennato. Spiegano l’erotismo senza dirlo, il piacere senza inseguirlo, modulano l’attesa come un puzzle incompleto, dove le tessere che mancano generano un altro disegno, e mostrano l’errore come unica forma possibile di libertà. In queste pagine popolate di voci perdute sembra che arrivi di tanto in tanto il rumore della vita, dove il futuro si mescola al passato come un paradosso, in un presente che non rinuncia a nulla eppure si smarrisce di fronte ai sogni e ai desideri. In questo libro d’esordio, Anna Voltaggio chiude i conti con ricordi, desideri e ossessioni scegliendo dettagli, cucendo assieme con scrittura asciutta e decisa, che non dimentica le ferite, storie che mettono in luce tutte le nostre incapacità, tutti i nostri difetti troppo umani. «Le silhouette dei personaggi che si inseguono fra un racconto e l’altro, con grazia involontariamente eroica e perciò spesso erotica, camminano sul ghiaccio più sottile, in bilico su cataclismi che non scoppiano mai – o forse sì? Ma non è questo che conta. Quello che conta è lo sguardo affilato, tenero e crudele, con cui Anna Voltaggio li osserva e ce li porge, come regali da maneggiare con cura». Ilaria Gaspari «Siamo tutti fatti della materia sensuale e sfuggente irradiata dai dialoghi di questo libro, dell’impercettibile svanire di ciò che proviamo. I racconti di Anna Voltaggio sono soglie e soste, attimi-imbuto dentro cui vediamo scivolare vite intere, che si incontrano giusto per il tempo di lasciarsi andare». Nadia Terranova Link al libro: https://amzn.to/4b2xaI2 #generazioni #nostalgia #tempo