La pratica di ascolto che in inglese si chiama ‘’listening’’ è l’esercizio più indicato per migliorare la pronuncia.
Listening e pronuncia devono essere necessariamente insegnate insieme e mai divise tra loro.
Sono infatti collegate entrambe al suono.
Il listening si occupa di come ricevere il suono e la pronuncia di come riprodurre quel suono.
Molti adulti che seguono un corso a volte si sentono così frustrati quando provano a pronunciare correttamente una parola o una frase (non riuscendoci subito) a causa dei diversi suoni delle vocali, delle consonanti e dei dittonghi.
Questo accade semplicemente perché la pronuncia non è mai stata insegnata oppure è stata separata dal listening.
È importante quindi non porsi subito come obiettivo la pronuncia del suono perfettamente corretto, certo occorre impegnarsi al massimo per pronunciare al meglio possibile le parole, ma che non diventi un’ossessione.
L’obiettivo iniziale è che si riconosca quel suono e che si sia consapevoli della sua esistenza, con un ascolto perfetto e non necessariamente con una pronuncia perfetta.
Solo con l’ascolto del suono della lingua si raggiungono dei livelli di capacità di ascolto eccezionali.
Ma qual è il vero scopo della pronuncia?
Forse l’accento?
Eh no, lo scopo non è avere un accento da native speaker, perché non lo siamo.
Una buona parte di persone non si esprime in lingua pur conoscendo tante nozioni per paura di sentirsi sbagliati o inadeguati a causa di un accento diverso.
L’accento è un segno distintivo che esprime chi siamo e da dove veniamo, e poi gli accenti stranieri piacciono molto all’estero, quindi no worries!
Qual è quindi lo scopo della pronuncia corretta?
Lo scopo vero della pronuncia è udite, udite: LA COMPRENSIONE, farsi capire e capire gli altri.
E a questo punto la teoria della mia prima teacher di Brighton torna sempre: '' TO SPEAK WELL YOU MUST LISTEN WELL ''
''PER PARLARE BENE DEVI ASCOLTARE BENE ''