Spesso ragiono sul concetto di fantasmi e penso che tra i racconti dell'orrore siano i mostri più disperati. Spesso vogliono solo rimanere nella casa in cui hanno abitato, non si rassegnano alla vita che continua ad andare avanti senza di loro, vogliono essere considerati, visti, ma hanno dall'altra parte solo repulsione e paura, come se fossero il male assoluto, come se non vederli cancellasse la loro esistenza. I fantasmi, da sempre, sono allegoria della nostra società che mette alcune persone ai margini, in maniera così profonda da perdere le loro tracce. Ormai, difficilmente si fa caso alla povertà, soprattutto si ignorano le persone che non hanno niente, come se il possesso desse il significato all'essere, non più all'avere. Questi, diventano fantasmi, per noi. Dovremmo invece renderli visibili e dare dignità a tutte le vite, anche alle loro. Questo fa Girolamo Grammatico con "I sopravviventi" (Einaudi) Intervista di Giulia Carla De Carlo IL LIBRO: Cominciare da ragazzi, con il cuore e la testa leggeri. Lavorare per anni in un centro d’accoglienza per persone senza dimora. Stare a contatto ogni giorno con uomini e donne che hanno perso gli strumenti per abitare il mondo. Conoscerli a fondo e cambiare per sempre. «I senza dimora non hanno le chiavi di casa, le chiavi della macchina, le chiavi del loro destino, non hanno le chiavi di nulla. E noi, che siamo pagati per aiutarli durante il nostro turno di lavoro? Noi chi siamo? La cura o il problema?» «Ho lavorato con le persone senza dimora per circa diciassette anni. Le storie che racconto sono vere, nel senso che si sono svolte nella trama della mia vita. Sono esperienze che ho vissuto, sentimenti che ho provato, persone che ho incontrato», scrive l’autore nella nota finale. Il protagonista di questo romanzo è lui, o meglio il suo doppio giovanissimo: un ragazzo siciliano arrivato a Roma per studiare Sociologia pieno di ideali in testa, che sceglie di fare servizio civile nel più grande centro d’accoglienza della capitale per persone senza dimora. Anno dopo anno, si ritroverà a confrontarsi con le difficoltà quotidiane di quel lavoro e con i limiti dell’istituzione di cui fa parte, a interrogarsi sul senso dell’altruismo e della sua fede, a scivolare lentamente in un isolamento simile a quello delle persone che aiuta, prima di provare a cercare se stesso nelle storie degli altri. Storie che racchiudono il mistero di vite silenziate che possono mostrarsi solo per scintille. Quella di Mimmo, l’anziano calabrese sdentato che non ha mai avuto nessuno che si prendesse cura di lui; o di Hamameh, che viene dalla Siria e non parla e ha un passato criminale da nascondere; o quella della ragazza rumena che sogna di aprire un centro estetico; o di Flavio, che rifiuterà sempre un posto letto e al quale non basterà, come aveva sognato, costruire una famiglia. Il cancello, le chiavi, la casa, la strada, lo specchio: sono realtà concrete, ma anche simboli che non smettono di risuonare a ogni pagina. Se c’è un senso – perché di questo va in cerca incessantemente chi narra, con il suo fare e il suo pensare – va ricercato nella relazione tra esseri umani. Solo così la sopravvivenza di chi è senza casa può dirsi la metafora di come tutti noi abitiamo questo mondo. Link al libro: https://amzn.to/3uL4Auw #poveri #fantasmi #società