Mia è un’aspirante giornalista che svolge il suo praticantato realizzando servizi sull’acuirsi della prostituzione, con la crisi occupazionale del Paese che riversa oltre la frontiera svizzera le italiane, e le strade dello stivale che “luccicano” di più dopo i frequenti sbarchi irregolari. Ma la prostituzione, a dispetto di ogni generalizzazione, non è un discorso né semplice né scontato, e la protagonista che vuole andare a fondo partendo dallo slang del sesso in vendita su Internet (e fuori). Tra offerenti di sesso nuove sul mercato più vecchio al mondo, cifre di denaro espresse in cioccolatini al latte e rose cospicue, Mia realizza una sorta di vocabolario della prostituzione significativo dei tempi tecnologicamente sviluppati e moralmente arretrati che viviamo. I tempi bui dettati pure da tutta l’ipocrisia di un Paese che, negando un discorso in merito alla regolamentazione del “lavoro” sessuale accomune storie diverse perché non tutte sono puttane tra prostitute in rete, in strada e/o indoor mentre si consumano rapporti sessuali (esentasse) del tutto consenzienti o, viceversa, coercitivi. Raccogliendo le loro confidenze, e gli uomini lesti a metter mano al portafogli per un po’ d’amore marcio, o volgare, Mia, tra una donna e l’altra, ore in chat ad indagare l’emporio del sesso su portali in apparenza amichevoli (nei fatti bordelli ai loro interni) dietro un’inserzione tra le migliaia caricate, conosce un uomo addentrandosi in prima persona, un’unica volta, nel mondo dei sentimenti raggirati. Corrotti e più compromessi, spaventati.
L’incantatrice di numeri, di Maria Bellucci. www.mariabell.it