Degli occhi della femmina potrei scrivere un libro. La loro forma modulata potrei disegnare, ma non potrei descrivere. Sognanti, lucidi, melodiosi, soffusi di una nebbia sottile. Nel maschio sono più regolari, due amigdale schiacciate, con le punte centrali verso il basso e le laterali in alto. Nella femmina su questa base geometrica devi aggiungere una modulazione come linee di labbra, o cuore, come un’onda gentile. Così io, quando la gatta era piccola, ero incantato da questa forma degli occhi. Nel maschio la forma mi sembrava meno significante, ma crescendo è cambiato. Ora i suoi occhi li trovo, nella loro semplicità, essenzialità, anzi direi geometricità, perfetti.