Oggi vi racconto il libro di Jean Markale Halloween. Storia e tradizioni, pubblicato da L’Età dell’Acquario.«Dolcetto o scherzetto» sono soliti urlare i bambini che, nella maggior parte dei Paesi anglosassoni - ma sempre di più anche in molte altre parti del mondo - la sera del 31 ottobre saltellano di porta in porta in cerca di caramelle e dolciumi. Con in mano una zucca scavata a forma di teschio, simbolico ricovero per il loro bottino zuccheroso, e travestiti da Dracula, zombie o altre figure spaventose della cultura hollywoodiana, simboleggiano - forse del tutto inconsapevolmente - le anime dei morti che visitano il mondo dei vivi. E tramandano in forme rinnovate, senza averne la minima coscienza, un’antichissima tradizione culturale pre-cristiana, risalente con ogni probabilità ad almeno 2.500 anni fa.Sì, perché oggi Halloween è soltanto la notte spensierata e allegra dei più piccoli, oppure il pretesto per raccontare al cinema o nelle serie Tv le storie fanta-horror di irriducibili ammazza-vampiri. Ma nel mondo celtico e druidico delle Isole britanniche del VII o del VI secolo avanti Cristo, quella che allora era chiamata la festa di Samain nulla aveva di giocoso. Era, piuttosto, uno spaventoso rito di passaggio. Era la notte in cui i morti e i vivi lasciavano aperte, gli agli altri, le porte dei rispettivi mondi. La notte in cui lo spazio e il tempo si fermavano. La notte in cui tutto era possibile.Non sono molti, in italiano, i libri che parlano di Halloween, delle sue origini e della sua evoluzione. Uno dei più noti, pubblicato ormai quasi 20 anni fa dalle Edizioni dell’Acquario, è quello di Jean Markale, scrittore e poeta parigino scomparso a 80 anni nel 2008 e protagonista, in vita, di alcuni epici scontri con il mondo accademico che ne giudicava l’opera «debole» dal punto di vista scientifico. Pure imperfetto, il libro di Markale tuttavia aiuta, e molto, a riconoscere i legami profondissimi che uniscono Halloween con la tradizione e la cultura dell’Occidente pre-cristiano e cristiano, e soprattutto serve a far capire come la festa del 31 ottobre tutto sia tranne che una trovata commerciale nata negli Stati Uniti per assecondare il mondo del business hollywoodiano.