Duemila e trecento anni fa, ma forse anche prima, gli strateghi cinesi compendiarono le proprie virtù militari in un libro destinato a diventare tra i più letti della storia: il Sun Tzu, ovvero L’arte della guerra. Un testo il cui ultimo capitolo, il tredicesimo, è dedicato alle spie. «Se un sovrano illuminato e un generale saggio risultano sempre vittoriosi sui nemici e realizzano imprese superiori alla norma, tutto ciò avviene grazie alla previsione - scrissero i comandanti dell’esercito imperiale - Questa previsione non può essere ottenuta tramite entità sovrannaturali, non può essere dedotta dagli eventi, non può essere calcolata. Dev’essere [invece] acquisita tramite uomini che conoscono la situazione nemica»: gli informatori. Le spie. Che sono di cinque tipi: «le spie locali, gli infiltrati, i doppiogiochisti, le spie mandate a morire e le spie che devono sopravvivere». Quando le cinque spie «lavorano insieme e nessuno conosce il loro Tao, costituiscono la “rete degli spiriti” - dice Sun Tzu - E sono un vero tesoro per il sovrano». Due millenni dopo, molte cose sono cambiate, ovvio. Ma non il principio per cui le informazioni sono il combustibile necessario per affrontare non soltanto la guerra, ma anche ogni potenziale situazione di rischio. Nella Cina contemporanea, la Cina dominata dal Partito Comunista e dal suo leader supremo Xi Jinping, l’insegnamento di Sun Tzu è tuttora applicato quasi alla lettera. Una rete fittissima di spie, umane e tecnologiche, copre con le sue maglie l’intera società. Maglie che, da qualche anno, il governo di Pechino tenta di calare ovunque sia possibile nel resto del pianeta. Sono moltissimi, ormai, e soprattutto di fonte statunitense, gli studi sull’espansione senza freni del Grande Fratello cinese. «La più colossale e articolata organizzazione di intelligence mondiale», la definisce Antonio Teti, che sull’argomento ha scritto un saggio pubblicato da Rubbettino e intitolato China Intelligence. Tecniche, strumenti e metodologie di spionaggio e controspionaggio della Repubblica Popolare Cinese. Nonostante qualche evidente difetto di scrittura - in particolare, un eccesso di tecnicismi e un uso troppo disinvolto, talvolta persino incoerente, delle definizioni in inglese - il libro di Teti ha un merito indiscutibile: mostrare come e in che modo la Cina di Xi Jinping abbia costruito il suo sistema capillare di spionaggio, spiegarne le finalità, evidenziarne il pericolo.Buon ascolto!