Cara amica, i primi tre mesi di gravidanza sono un periodo importante e delicato in cui il tuo corpo e la tua mente cominciano ad adattarsi ai cambiamenti che si faranno via via sempre più evidenti. Per questo motivo è assolutamente normale l’alternanza di fasi psicologiche e quindi umorali, anche molto diverse tra loro. Dolce attesa sì, ma non sempre! Il primo trimestre è infatti il periodo in cui hai affrontato e stai affrontando, in modo relativamente veloce, gli iniziali cambiamenti ormonali e fisiologici che non sono sempre facili da gestire. A partire dalle nausee di cui abbiamo ampiamente parlato nelle prime 3 puntate della terza stagione; inoltre spesso si manifesta

Più in generale alla domanda: È vero che il cibo possa incidere sul nostro stato d’animo? La risposta è: Sì. Sai perché? Perché i nutrienti partecipano alla regolazione dei neurotrasmettitori, ossia quelle sostanze chimiche che sono responsabili della comunicazione tra le cellule del sistema nervoso. I neurotrasmettitori sono perciò coinvolti in tante funzioni, tra cui il movimento, la cognizione, le emozioni e appunto l'umore. I cibi quindi innescano reazioni chimiche che influiscono anche sull’umore

Cara amica, il padre ha fin da prima del concepimento, come abbiamo visto lungo gran parte della prima stagione, un’influenza sulla salute del figlio o della figlia e contemporaneamente sul benessere dalla mamma. Ovviamente perché per prima cosa con il suo comportamento incide sull’umore della compagna. Ecco perché la gravidanza sarebbe da condividere il più possibile con il papà. Per quanto riguarda poi la salute del figlio, diversi studi hanno evidenziato che il coinvolgimento attivo del padre durante la gravidanza può avere un impatto positivo addirittura sull'espressione genica del feto. Ad esempio, una ricerca scientifica ha dimostrato che i padri presenti e partecipativi durante la gravidanza condividono con i figli un profilo epigenetico più favorevole; questo comporta un minor rischio di obesità e di malattie croniche nell'età adulta.

L’esposizione in utero al sovrappeso o all'obesità materna può indurre cambiamenti epigenetici nel feto e nel neonato, in particolare nelle regioni del genoma che sono implicate nella regolazione dell'appetito, del metabolismo e dello sviluppo del cervello. Ti ricordo che il genoma è l'insieme di tutto il materiale genetico di un organismo. Diversi studi scientifici hanno infatti riscontrato correlazioni epigenetiche legate proprio al peso eccessivo della mamma. In sintesi: il peso della madre influisce sull’espressione genica del figlio. L'espressione genica è il processo attraverso il quale le informazioni genetiche vengono utilizzate per produrre molecole funzionali tra cui le proteine che sono i mattoni del nostro corpo. Durante la gravidanza, per esempio, il consumo di alimenti ad alto contenuto di grassi può provocare lo sviluppo di figli con lipidemie, ossia livelli elevati di grasso nel sangue. I lipidi sono sostanze grasse che svolgono un ruolo importante nel corpo, come fornire energia e costruire le membrane cellulari, tuttavia, se sono in eccesso, non va bene, tanto da incidere sulla futura obesità del bambino, una volta nato.

Dato che parliamo sempre di dieta salutare ed equilibrata, è opportuno conoscere tutti i nutrienti benefici da bilanciare. Un apporto inadeguato di micronutrienti e una bassa qualità nutrizionale della dieta, possono infatti avere importanti conseguenze negative sia per la madre sia per lo sviluppo del feto. Noi però guardiamo sempre il lato positivo e propositivo, cioè quello che possiamo fare per stare bene. Per quanto riguarda allora le vitamine del gruppo B, si tratta di vitamine idrosolubili e termolabili per questo la manipolazione degli alimenti può compromettere le loro concentrazioni negli alimenti. Svolgono infatti un ruolo di co-enzima in numerose reazioni di importanti vie metaboliche come il mantenimento della salute del sistema nervoso, lo stimolo alla produzione di energia e la riduzione di stanchezza e affaticamento. Stiamo parlando di un bel complesso di vitamine, costituito da 8 diverse tipologie: B1, B2, B3, B5, B6, B7, B9 e B12.

Eh sì, cara amica, anche la vitamina C è importante per le donne in gravidanza per diversi motivi. La vitamina C è una vitamina idrosolubile, molto sensibile all’ossigeno, al calore e alla luce. Anzitutto contribuisce, pensa un po’, alla formazione del collagene che è una proteina fondamentale per la salute della pelle, dei muscoli e dei vasi sanguigni. È inoltre, uno degli agenti antinfiammatori più studiati! Quindi, cosa vuoi di più?

Mi piace il viaggio a tappe che stiamo facendo per conoscere i minerali, queste sostanze inorganiche che non dobbiamo sottovalutare. Dato che il nostro corpo non è in grado di produrli da solo, dobbiamo procurarceli attraverso il cibo e anche l’acqua. I minerali, infatti, sono essenziali per la tua salute e la vita di tuo figlio o figlia, dato che svolgono un ruolo importante in molte funzioni. Anzitutto quali sono i minerali di cui parliamo in questi primi mille giorni? Eccoli qua: calcio, magnesio, fosforo, iodio, sodio, zinco, ferro, potassio, selenio, rame, manganese e fluoro. Tutti e 12 hanno funzioni importanti e specifiche.

I nostri cari LARN, ossia i Livelli di Assunzione di Riferimento di Nutrienti ed Energia, ci dicono che non è necessario che la donna incinta modifichi la quantità di fosforo. Quindi la quantità giornaliera consigliata rimane per una donna adulta sempre sui 700 mg. Ti ricordo che l'assunzione di fosforo è importante per la salute delle ossa e dei denti, per la produzione di energia e per il metabolismo dei carboidrati. Dunque il CREA, ossia il Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l'Analisi dell'Economia Agraria, suggerisce di approvvigionarsi di fosforo nel modo che ora ti dico. Anzitutto le principali fonti di fosforo sono la carne di manzo, il pollo e il tacchino, e il pesce soprattutto spada, salmone e tonno; questi alimenti contengono circa 150-200 mg di fosforo per 100 grammi di prodotto.

Carissima, una donna come me in età fertile dovrebbe assumere 2.000 mg al giorno di potassio, mentre una donna in gravidanza come te dovrebbe salire a 2.500 mg al giorno. Sempre secondo le indicazioni dei LARN, ossia i Livelli di Assunzione di Riferimento di Nutrienti ed Energia. Il potassio infatti, ti ricordo, è implicano nella funzione muscolare e nervosa. Ti dico subito che l'assunzione eccessiva di potassio però può essere dannosa per la salute, quindi è meglio non superare la dose consigliata.

Cara amica, la tua domanda arriva presto, se guardiamo al decorso della gravidanza, in quanto lo sviluppo cerebrale del feto accelera nel corso della seconda metà di gestazione, tuttavia non è mai troppo presto per condividere conoscenze di base che continueremo ad approfondire . È infatti essenziale che a partire dalla vita fetale fino a quella neonatale e infantile siano fornite all’organismo in crescita tutte le componenti strutturali. Dunque alla domanda specifica: Mi posso alimentare in modo da favorire lo sviluppo cerebrale di mio figlio o figlia? Ossia ci sono cibi che hanno influenza sul cervello del feto? La risposta è: Sì. Per darti la conoscenza completa e dunque consapevole non basta però farti l’elenco dei cibi che fanno bene al cervello, dobbiamo partire dagli acidi grassi. Sono loro infatti i responsabili, fra gli altri, dello sviluppo cerebrale e quindi cognitivo di tuo figlio o figlia.

Cara amica, continuiamo a parlare degli acidi grassi che hanno diverse funzioni per la salute e lo sviluppo di tuo figlio o figlia fin dalla sua vita in utero. Abbiamo detto che Omega 3 e Omega 6 sono acidi grassi che si definiscono essenziali, perché possono essere assunti esclusivamente con la dieta, in quanto l’organismo umano non è in grado di sintetizzare molecole di acidi grassi di questo tipo. Il feto e il neonato possono invece produrre molecole a lunga catena derivate dagli acidi grassi essenziali che si chiamano ‘acidi grassi polinsaturi a lunga catena’. Interessante vero!! Di questi gruppi di acidi grassi fanno parte i cosiddetti DHA di cui ti voglio parlare oggi.

Eh sì, c’è anche la stipsi in gravidanza a cui dare attenzione, ma anche soluzione, contemplando, come sempre, scelte alimentari e stili di vita opportuni. Partiamo però dalle cause della stipsi, per avere come sempre uno sguardo ad ampio raggio. Anzitutto stanno aumentando i tuoi livelli di progesterone, l’ormone che rilassa la muscolatura liscia, compresa quella dell'intestino. Questo dunque può rallentare il transito intestinale e perciò rendere le feci più secche e dure, rendendole quindi più difficili da espellere. Inoltre sta aumentando anche il volume dell’utero che cresce insieme al bambino. Questo però esercita una pressione sull'intestino crasso, e dunque anche in questo caso è possibile che il transito intestinale subisca un rallentamento.

Cara amica, per prima cosa facciamo subito una distinzione tra allergie alimentari e intolleranze alimentari. Tu hai parlato solo di allergie senza fare confusione, ma non so se tua mamma e la pletora delle sue conoscenti faccia altrettanta attenzione. Le allergie e le intolleranze alimentari, infatti, sono due condizioni distinte, anche se possono causare sintomi simili. Bene, le allergie alimentari sono una reazione esagerata del sistema immunitario a una proteina presente in un alimento. Praticamente il sistema immunitario produce anticorpi di tipo IgE e che sono specifici per quel preciso allergene alimentare. Ecco allora che quando la persona allergica ingerisce un cibo contenente quell’allergene, gli anticorpi IgE si attivano per difendere l’organismo.

Le intolleranze alimentari consistono in reazioni indesiderate ed improvvise, scatenate dall’ingestione di uno o più alimenti, e danno sintomi molto vari e spesso simili a quelli delle allergie. A differenza delle allergie, però, le intolleranze sono caratterizzate da meccanismi non immunomediati; significa che non c’è la produzione degli anticorpi IgE che sono quelli tipici di chi è allergico. Le intolleranze sono dunque causate dall’incapacità dell’organismo di digerire o di metabolizzare uno specifico nutriente.

In materia di allergie e di intolleranze in ogni campo e quindi anche in quello alimentare sono davvero tante le bufale o comunque le false credenze che inquinano la verità scientifica. Per questo motivo fai bene a voler sapere come confutare le fake news e i luoghi comuni. Per esempio l’aumento di peso non è sintomo di intolleranze o di allergie, anzi è più frequente il contrario, anche perché molte intolleranze si concretizzano sostanzialmente in un male assorbimento dell’alimento e dei suoi nutrienti. Questa falsa credenza nasce generalmente dal fatto che si confonde l’aumento di peso con il gonfiore addominale che è un sintomo frequente in chi è intollerante o allergico. Molte volte poi ho sentito dire con convinzione che le allergie alimentari si verificano SOLO nei bambini. Non è vero, perché si possono sviluppare in qualsiasi momento della vita, anche in età adulta.

e puoi prendi una bottiglia d’acqua così guardiamo l’etichetta insieme. Ce l’hai? Allora, per prima cosa deve esserci la denominazione Acqua Minerale Naturale come riconoscimento del Ministero della Salute. Inoltre questa dicitura serve per distinguerla da altri tipi di acqua. Poi è indicato se frizzante o leggermente frizzante. È sempre il Ministero della Salute che, dopo una valutazione degli studi clinici-farmacologici, autorizza le eventuali indicazioni favorevoli alla salute che possono essere riportate in etichetta, come ti dicevo nella scorsa puntata. Ti faccio alcuni esempi: “può avere effetti lassativi”, “indicata per le diete povere di sodio”, “stimola la digestione”. In alcuni casi c’è anche la dicitura “microbiologicamente pura” che è facoltativa, in quanto un’acqua minerale naturale è per forza microbiologicamente pura come ti dicevo nella scorsa puntata.

Sai già che le acque minerali vengono classificate in base al contenuto di sali minerali, ossia quali sali minerali sono presenti e in che quantità. Questa informazione ce la svela la dicitura ‘residuo fisso’. Si tratta dell’espressione in milligrammi per litro del peso di tutti i minerali che rimangono dopo la completa evaporazione di un litro di acqua a 180 gradi. Tieni presente che i minerali generalmente presenti sono: calcio, magnesio, sodio, potassio, fosforo, e silicio. In base al residuo fisso le acque minerali si classificano anche in acque minimamente mineralizzate, quando il residuo fisso è fino ai 50 mg/l; in acque oligominerali con residuo fisso tra i 50 e i 500 mg/l; in acque minerali propriamente dette con residuo fisso tra i 500 e i 1.500 mg/l e infine in acque fortemente mineralizzate con un residuo fisso maggiore di 1.500 mg/l.

Proseguiamo nella lettura della nostra etichetta e così incontriamo il Ph. Si tratta del parametro che misura l’acidità dell’acqua, ossia ci dà l’indicazione dell’equilibrio tra sapore, odore e trasparenza. Se vuoi la definizione scientifica, il PH è un parametro chimico fisico che misura la concentrazione degli acidi o delle basi in una soluzione acquosa. In altre parole, indica la misura dell’acidità di una soluzione. Tieni presente che difficilmente tale valore ,se troppo alto o troppo basso, può creare scompensi gravi, questo perché il nostro organismo è dotato di un efficiente sistema in grado di mantenere praticamente costante il valore del Ph nei tessuti e nei fluidi del corpo ed in particolare nel sangue.

Puoi bere tranquillamente il latte vaccino e qualsiasi altro tipo di latte adesso e anche dopo che avrai partorito. L’unica accortezza è evitare quello crudo che, sebbene controllato dalla filiera alimentare (a meno che non ti approvvigioni direttamente dalla mucca!), potrebbe comunque avere batteri o virus patogeni. Quindi con il latte non ci sono controindicazioni in generale, oltre al fatto che tu nello specifico non hai mai avuto nessun problema a digerirlo.

Quante volte abbiamo sentito dire o abbiamo letto che il latte fa male perché: causa allergie e intolleranze, è ricco di acidi grassi saturi e povero di omega 3, fa venire l’osteoporosi e addirittura i tumori! E dulcis in fundo: Se noi siamo gli unici mammiferi a bere latte tutta la vita, mentre tutti gli altri mammiferi smettono di berlo dopo lo svezzamento, allora c’è qualcosa che non va. Eh certo! Peccato che non solo l’uomo è l’unico mammifero a bere il latte da adulto, ma è anche l’unico a mangiare la parmigiana! A tutte queste accuse la scienza ha da tempo evidenze e risposte che confermano la salubrità del latte: uno degli alimenti essenziali che dovrebbe essere presente nella nostra dieta per garantirci un regime alimentare vario ed equilibrato con il corretto apporto di nutrienti.